Focus
“MARK-TO-MARKET ACCOUNTING” E RISCHIO SISTEMICO NEL SETTORE FINANZIARIO E ASSICURATIVO
Mark-to-market accounting and systemic risk in the financial sector
Andrew Ellul, Pab Jotikasthira, Christian T. Lundblad, Yihui Wang
SSRN – Social Science Research Network
http://www.ssrn.com/
Uno dei temi più controversi in materia di regolamentazione finanziaria emersi durante la recente crisi è quello del ruolo potenzialmente prociclico svolto dalla contabilità ai valori di mercato (“market-to-market accounting”). Da più parti si è proposto l’utilizzo di criteri contabili a costi storici, sottolineando la capacità di questi ultimi di evitare un’amplificazione del rischio sistemico.
Gli autori segnalano che è un errore concentrarsi sui soli principi contabili e sottolineano, invece, la necessità di tenere in debita considerazione il quadro regolamentare in cui tali principi sono applicati.
In primo luogo, un sistema contabile a costi storici può generare distorsioni di mercato tramite gli incentivi che derivano dalle interrelazioni con regole di adeguatezza patrimoniale particolarmente complesse.
In secondo luogo, mentre la contabilità “market-consistent” può in effetti incentivare vendite di massa di titoli durante una crisi, le istituzioni più lungimiranti - che razionalmente valutano l’eventualità di “fire sales” - sono incentivate ad adottare strategie di investimento più prudenti in tempi normali, il che porta a disporre di portafogli più sicuri al momento dell’esplosione di una crisi.
Utilizzando dati dettagliati tratti dal settore assicurativo statunitense, e tenuto conto dell’eterogeneità delle regole contabili in essere, gli autori dimostrano che:
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i prezzi di mercato dei valori mobiliari servono come “early warning signals”;
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le imprese di assicurazione che hanno utilizzato una contabilità a costi storici hanno evidenziato una maggiore propensione all’arbitraggio regolamentare prima della crisi e una limitata capacità di riconoscere le perdite durante la crisi;
- gli incentivi ex-ante a una maggiore prudenza per le imprese che utilizzano il “mark-to-market accounting” risultano almeno sufficienti a controbilanciare il problema delle vendite in massa dei titoli.
Piuttosto che promuovere l’abbandono di un regime contabile basato sulle informazioni di mercato, i risultati del lavoro indicano che la semplicità delle regole prudenziali è preferibile alla complessità di ratios patrimoniali ponderati per il rischio, che sono in grado di originare, nelle interazioni con le regole contabili, incentivi di comportamento distorti.