UE
UNO SCHEMA EUROPEO POTREBBE FAVORIRE LA COPERTURA DEI RISCHI DI CALAMITA’ NATURALI E RIDURRE IL PROTECTION GAP
“Mind the gap – how a European risk-sharing scheme could bolster private insurance coverage of natural catastrophes” DOCUMENTO, 6 novembre 2023
Bernhard Mayr, Mathias Skrutkowski
ESM - EUROPEAN STABILITY MECHANISM
https://www.esm.europa.eu/
I primi di novembre, sul sito web del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), è stato pubblicato un approfondimento dedicato al tema del gap di protezione in relazione ai rischi di calamità naturale.
Nel documento viene innanzitutto posto in evidenza come i recenti eventi calamitosi in Europa (inondazioni) abbiano alimentato il confronto sul ruolo dell’assicurazione nel limitare le conseguenze economiche e sociali dei rischi climatici.
La crescente incertezza che circonda tali rischi ha causato un aumento dei premi assicurativi, esercitando ulteriore pressione su livelli di tutela già poco elevati. Il cosiddetto “gap di protezione”, ossia la differenza tra danni economici e danni assicurati, sembra quindi destinato ad ampliarsi, a meno che non vengano adottate misure opportune per ridurlo. Secondo il documento ESM, in particolare, la crescente incertezza legata alla frequenza e all’impatto delle perdite dovute a catastrofi naturali – che i modelli analitici non riescono a tenere debitamente in conto – ha spinto all’aumento i premi riassicurativi property dal 10% al 50% nel 2023 (e sono previsti ulteriori aumenti nel 2024).
Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (European Environment Agency), solo il 30% delle perdite economiche derivanti da eventi meteorologici e legati al clima risultano essere assicurati, con notevoli variazioni a seconda del tipo di pericolo e del Paese di riferimento.
Pertanto, in aggiunta a misure utili a favorire la mitigazione del climate change, i modelli pubblico/privato di condivisione del rischio possono svolgere un ruolo importante nel rendere l’economia più resiliente ai rischi climatici, riducendo il gap assicurativo. In particolare, i programmi privati e pubblici possono rafforzarsi a vicenda, riducendo così il peso fiscale delle perdite derivanti dalle catastrofi. I principi sottostanti la progettazione del supporto ESM per il Fondo di Risoluzione Unico (SRF - Single Resolution Fund), in particolare, potrebbero fungere da modello per lo sviluppo di un sistema pubblico.
Possibili percorsi praticabili
Dal lato della domanda, misure utili possono includere premi basati sul rischio o franchigie che incoraggino gli assicurati a intraprendere azioni di mitigazione per ridurre la loro esposizione. Ciò si tradurrebbe in una riduzione della vulnerabilità ai rischi legati al clima (ad esempio, favorendo gli investimenti in misure di protezione in grado di limitare i danni).
Dal lato dell’offerta, l’assicurazione contro i rischi catastrofali potrebbe essere resa parte integrante delle coperture destinate ai beni (property insurance, rischio incendio o altre coperture pertinenti), con una clausola di opt-out anziché di opt-in. Ciò potrebbe contribuire ad aumentare il grado di copertura del mercato (insieme ad altre misure utili ad ampliare la consapevolezza del rischio).
Un pool riassicurativo pan-europeo per i danni conseguenti a calamità naturali potrebbe migliorare la capacità di assunzione del rischio da parte degli assicuratori diretti. Lo sviluppo di soluzioni a livello di mercato dei capitali, attraverso l’emissione di Insurance-Linked Securities (ad esempio Catastrophe Bond), potrebbe contribuire ulteriormente all’ampliamento della capacità di assunzione del rischio da parte del settore privato. Potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo dell’assicurazione parametrica, strumento “non tradizionale” che offre risarcimenti prestabiliti al verificarsi di un “evento scatenante”.
A livello europeo, un “backstop” potrebbe fornire copertura per rischi considerati “non assicurabili” una volta esaurite le soluzioni offerte dal settore privato. Per ridurre il moral hazard, il coinvolgimento del settore pubblico dovrebbe essere chiaramente delineato, definito ex-ante e non rinegoziabile a seguito di un evento. L’obiettivo immediato di un “sostegno europeo” sarebbe quello di potenziare le soluzioni offerte dal settore privato e di limitare l’onere fiscale per i governi.
Un elemento fondamentale nella progettazione di un “insurance backstop” è la struttura di finanziamento del sistema complessivo di risk-sharing. Una soluzione con finanziamento anticipato (“upfront-funded solution”) potrebbe comportare la creazione di un pool riassicurativo europeo, in base al quale gli assicuratori verserebbero i premi in un fondo comune, coprendo le perdite oltre una certa soglia (e fino a un livello massimo predefinito). Per le perdite che dovessero superare le risorse del pool, una backstop Authority europea designata potrebbe essere incaricata di concedere prestiti al pool, fino a un livello predefinito.
Il documento ESM sottolinea che la presenza di un sostegno pubblico garantito (“backstop”) faciliterebbe una maggiore copertura da parte del settore privato riducendo l’incertezza e, soprattutto, consentendo il rifinanziamento dei pagamenti di ingenti sinistri su orizzonti temporali più lunghi.