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COPERTURA DEL RISCHIO ALLUVIONE NEL REGNO UNITO: IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA PUBBLICO E PRIVATO
ABI Statement on Flood Insurance
ABI – Association of British Insurers
http://www.abi.org.uk/
TESTO DELLACCORDO (2008-2013) Revised Statement of Principles on the Provision of Flood Insurance
THE GUARDIAN (27-Nov-2012) UK floods: deadlock between insurers and Government must be broken
Le alluvioni che si sono abbattute tra la primavera e l’autunno 2012 sul Regno Unito hanno riportato alla ribalta l’importante questione della tutela dalle conseguenze dannose degli eventi atmosferici. Il dibattito si riapre, però, in un periodo particolarmente delicato, in cui l’accordo vigente in materia di copertura del rischio alluvioni – soprattutto per le abitazioni poste in zone “a rischio” – è in scadenza (fine giugno 2013)(1).
L’industria assicurativa ha chiesto al Governo di mantenere le esistenti tutele – soprattutto per le abitazioni site nelle flood-prone areas (circa 200.000 immobili), che potrebbero altrimenti avere difficoltà nel trovare copertura – e ha proposto di creare un apposito fondo, finanziato da prelievi sui premi delle polizze per il rischio abitazione. Ha inoltre chiesto al Governo di sovvenzionare temporaneamente tale impegno assicurativo per alcuni anni (ad esempio, partecipando agli oneri connessi alla liquidazione di eventuali sinistri), almeno fino a che il fondo non sia diventato autonomamente in grado di farvi fronte.
Il Tesoro non ha finora accettato tali proposte, sottolineando la necessità di contenere la spesa pubblica in una difficile congiuntura come quella attuale.
La questione rimane assai controversa. Da un lato, è vero che l’esperienza statunitense delle coperture “State-backed” è negativa (in quanto fonte di costante deficit) e che il sostegno dello Stato per garantire premi più “accessibili” potrebbe, nel tempo, avere l’effetto “perverso” di incoraggiare il cittadino ad eleggere/mantenere la propria residenza in zone a rischio. Dall’altro lato, viene evidenziato che:
-
per realizzare effettivi “risparmi”, è necessario impedire la costruzione di nuovi immobili nelle aree a rischio;
- è importante aumentare ulteriormente la spesa per la prevenzione del rischio e la messa in sicurezza soprattutto delle aree sensibili (“flood-defense spending”), al fine di evitare costosi interventi pubblici “ex-post”.
Impact Forecasting (Catastrophe Model Development Center di AON Benfield) ha dedicato una parte del Global Catastrophe Recap Report - pubblicato lo scorso 6 dicembre - alle alluvioni che hanno interessato il Regno Unito nel corso del 2012. Il report pone in evidenza, in particolare, che:
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i danni hanno interessato più di 1.100 immobili e sono costati alle imprese assicuratrici - secondo una valutazione PriceWaterhouse Coopers - 500 milioni di sterline;
- quanto precede avrà l'effetto di innalzare gli oneri a carico degli assicuratori a 1 miliardo di sterline per l'anno appena concluso e, pertanto, di rendere il 2012 un vero e proprio "anno record" quanto a consistenza dei danni da liquidare (dopo il 2007, anno in cui erano state ricevute richieste di risarcimento per un valore superiore a 3 miliardi di sterline).
Sul punto, si veda:
AON BENFIELD, "Global Catastrophe Recap Report" (Nov. 2012)
http://thoughtleadership.aonbenfield.com/Documents/201212_if_monthly_cat_recap_november.pdf
AON BENFIELD: "UK flood insurance losses hit the five year high following November deluge"
http://ir.aon.com/phoenix.zhtml?c=105697&p=irol-newsArticle&ID=1765092&highlight=
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(1)
Ai sensi dell’accordo in questione, l’industria assicurativa si è impegnata a fornire copertura contro il rischio di alluvione a famiglie e imprese nell’ambito delle polizze standard, se il rischio non è significativo. Se il rischio è significativo, le coperture sono offerte purché la Environment Agency abbia annunciato – e notificato all’ABI – l’intenzione di adottare misure che riducano – entro 5 anni – il rischio nelle aree in questione.