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Donne e pensioni: aumentare l’età di pensionamento o le tutele alla maternità?
El Mercurio
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Tra i propositi del neo-eletto presidente cileno, la signora Bachelet, vi è quello di riformare il sistema pensionistico. Non appena salita al potere la signora Bachelet ha convocato un gruppo di esperti che dopo poco più di tre mesi di lavoro ha presentato un documento con ben 70 raccomandazioni.
Questo documento ha sostenuto il lavoro del comitato interministeriale presieduto dal Ministro del lavoro che sta elaborando il progetto di legge che il presidente invierà al congresso per dare attuazione all’obiettivo prioritario sostenuto in sede di campagna elettorale: riformare le pensioni.
Una delle necessità che ha spinto il presidente Bachelet a percorrere questa strada è il basso livello di contribuzioni pur in presenza di un numero significativo di iscritti al sistema previdenziale.
Dato che il sistema è a capitalizzazione individuale, ciò si tradurrà in una minore accumulazione previdenziale e, pertanto, in una ridotta prestazione pensionistica, inferiore ai salari medi degli ultimi anni di attività lavorativa.
L’attuale sistema garantisce una pensione minima in presenza di almeno venti anni di contribuzione, che molti iscritti uomini non riescono ad accumulare.
Se tali preoccupazioni valgono per gli uomini, ancora di più il discorso vale per le donne che solitamente contribuiscono meno rispetto agli uomini e che per previsione di legge escono dal mercato del lavoro cinque anni prima dei colleghi maschi ma con un’aspettativa di vita sicuramente più lunga.
Tutto ciò determinerà, secondo le previsioni, una situazione non rosea in vecchiaia per queste che contribuendo meno si vedranno riconosciuta una pensione più bassa di quella dei colleghi facendo aumentare i tassi di povertà tra le donne con più di 60 anni di età rispetto alle altre classi di età.
Tra le proposte fatte per cercare di accrescere la sicurezza finanziaria in vecchiaia vi è quella di un progressivo aumento dell’età di pensionamento per le donne che verrebbe equiparata a quella degli uomini, prevedendo contemporaneamente però un sistema di incentivi alla permanenza sul posto di lavoro.
La proposta dell’innalzamento dell’età pensionabile non è vista di buon occhio dalla Bachelet che spinge più su un incentivo alla maternità, prevedendo l’accredito contributivo di un anno di salario minimo per ciascun figlio nato vivo.
Altra proposta è quella di introdurre benefici fiscali a chi contribuisce a favore delle mogli nei conti pensionistici privati.
Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Mujeres y pensiones”, edito il 3 novembre 2006 in El Mercurio.