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Dicembre 2005 - N°27

Focus - UE - Statistiche - Normativa - News

UE

🇪🇺 Lotta alle discriminazioni

INDAGINE DELLA COMMISSIONE EUROPEA: LA “DIVERSITÀ” SUL POSTO DI LAVORO FORNISCE UN CONTRIBUTO IMPORTANTE ALLA CARENZA DI MANODOPERA A LIVELLO COMUNITARIO


Commissione Europea
http://www.europa.eu.int/comm/index_it.htm



Lo scorso 28 novembre è stata pubblicata un’indagine statistica condotta dalla Commissione Europea che rileva come l’83% delle imprese che applicano politiche a favore della diversità sul posto di lavoro ne riconosce una loro utilità.

I principali vantaggi derivanti dall’adozione di tali politiche sono principalmente ascrivibili alla possibilità di reclutare nuova manodopera attraverso un ventaglio più ampio di lavoratori e di mantenere più a lungo sul posto di lavoro i migliori tra loro, stabilendo delle relazioni comunitarie più solide e trasmettendo così una migliore immagine dell’impresa.

Pur tuttavia circa la metà di tutte le imprese che hanno risposto all’indagine devono ancora avviare tale politica a favore della diversità. Se le imprese localizzate a Nord e ad Ovest dell’UE hanno una più radicata esperienza per pratiche di questo tipo, quelle stabilite a Sud e nei nuovi Stati membri insistono sulla necessità di ricevere più informazioni per potere introdurre tali politiche.

I risultati di tale indagine sono stati presentati dalla Commissione Europea, nella persona del Commissario incaricato all’occupazione, affari sociali e alle pari opportunità, Vladimir Špidla, in occasione della conferenza dal titolo “Aspetti economici in favore della diversità: buone pratiche sul posto di lavoro”.

Questa ricerca mostra chiaramente che le imprese tendono sempre più ad instaurare progressivamente e regolarmente delle strategie a favore della diversità sul posto di lavoro.

Da tale studio si evince che le imprese ricorrono a tali politiche non solo per ragioni etiche e giuridiche, ma soprattutto per motivazioni di carattere commerciale.

Il vantaggio commerciale sottolineato dal 42% dei rispondenti è il riassorbimento delle carenze di manodopera e il reclutamento e mantenimento in attività di personale altamente qualificato.

I problemi di manodopera acquistano importanza nel momento in cui la stessa, a livello comunitario, inizia a ridursi per effetto dell’evoluzione demografica.

Secondo vantaggio commerciale, il più importante, citato dal 38% dei rispondenti è relativo al consolidamento della reputazione e della posizione che l’impresa ha acquisito all’interno della comunità locale.

Più del 26% delle imprese migliorano la loro capacità di creare o innovare. Il 50% delle imprese che hanno partecipato all’indagine sono attivamente impegnate nella promozione della diversità sul posto di lavoro.

Il rapporto fotografa lo stato dell’arte della serie di buone pratiche accolte dalle diverse imprese che attuano politiche a favore della diversità. Si tratta, ad esempio, di dispensare ai quadri e al personale una formazione improntata alla lotta contro le discriminazioni, creando delle reti di lavoratori, rappresentanti dei lavoratori con handicap, omosessuali, lesbiche e minoranze etniche, lanciando delle campagne informative a livello d’impresa mirate prevalentemente nei confronti dei lavoratori più anziani, stabilendo per i quadri degli obiettivi da raggiungere con particolare riferimento alla diversità insieme alla valutazione dei risultati.

Le buone pratiche illustrano fino a che punto le politiche a favore della diversità hanno realizzato dei risultati tangibili. I dati dimostrano che un’impresa solitamente giunge a riportare il tasso di rotazione del suo personale del 25% a meno del 7,5% in meno di quattro anni, realizzando importanti economie sul costo del personale e sulla formazione. La maggiore parte degli esempi di buone pratiche provengono da imprese situate in Gran Bretagna, Spagna, Germania, Francia, Olanda e Belgio.

Se si ravvisano aspetti positivi, dall’altro lato della medaglia sono presenti ostacoli alla diffusione di tali politiche riconducibili alla carenza di informazione, alla poca sensibilità a queste problematiche, alla difficoltà di valutare i risultati e alle attitudini e comportamenti discriminatori sul posto di lavoro.

Circa 800 imprese hanno preso parte all’indagine realizzata dalla Commissione all’inizio di quest’anno. Esse si sono interrogate sulle loro attitudini e sulle politiche praticate in tema di diversità sul posto di lavoro, abitualmente percepite come il riconoscimento e l’apprezzamento della diversità. I rientri dei questionari sono stati numerosi (nell’ordine del 65%) e il 90% di questi provenivano dalle piccole e medie imprese.

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