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COVIP-CENSIS: RAPPORTO SULLA PREVIDENZA IN ITALIA. PIÙ TRASPARENZA PER SUPERARE LE SOLUZIONI "FAI DA TE”
Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena. Sintesi dei primi risultati
COVIP - Commissione di vigilanza sui fondi pensione
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COVIP, Autorità di vigilanza sui fondi pensione, ha commissionato alla Fondazione CENSIS un rapporto sulla previdenza obbligatoria e complementare in Italia e sulle ragioni del mancato decollo di quest’ultima. Il rapporto, presentato di recente, si basa su un’indagine condotta su un campione di 2.400 persone (dipendenti pubblici e privati e lavoratori autonomi).
Emerge dall’indagine che il 46,5% degli intervistati pensa alla propria vecchiaia come a un periodo di ristrettezze, mentre il 24,5% ritiene che potrà vivere senza ristrettezze ma con morigeratezza.
Solo l’8% pensa che potrà godersi anni sereni con redditi adeguati, mentre il 21,5% vede il futuro dominato dall’incertezza e non è in grado di fare previsioni.
In media, i lavoratori italiani ritengono che la propria pensione sarà nell’ordine del 55% dell’ultima retribuzione percepita. Un aspetto condiviso è l’incertezza sulle regole per la maturazione del diritto alla pensione, o meglio, la certezza della loro mutevolezza.
Quanto alla previdenza complementare, si segnalano difficoltà nell’adesione legate al contesto economico (crescita modesta dei redditi, bassi livelli di risparmio e timori legati al lavoro) e problemi dovuti a fattori specifici, che rendono le forme previdenziali meno attraenti rispetto ad altre forme di risparmio. Tra questi ultimi, i fattori più importanti sono il costo elevato e la ridotta fiducia attribuiti alla previdenza complementare, nonché la scarsa informazione sui prodotti.
Per queste ragioni - al fine di integrare prestazioni pubbliche che risulteranno inevitabilmente contenute - gli intervistati dichiarano di puntare più su investimenti come quelli mobiliari, immobiliari e assicurativi che sui tipici strumenti previdenziali.
Agli occhi dei lavoratori la previdenza complementare è ancora una “nebulosa informe”. E ciò chiama in causa, continua il rapporto, i soggetti che dovrebbero essere in prima linea nella diffusione delle informazioni sulla materia: in primo luogo i sindacati (per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati), poi le imprese di assicurazione e le altre istituzioni finanziarie (per i lavoratori autonomi).
E’ quindi necessario – secondo gli autori – progettare in tempi brevi un’ampia serie di campagne di informazione in materia di previdenza pubblica e complementare.