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REGNO UNITO: IL RISPARMIO PREVIDENZIALE DI LUNGO TERMINE PER LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA. REPORT ABI
“Investing in Our Future: Delivering for Savers and the Economy” (PRESS RELEASE e REPORT - July 2023)
ABI - ASSOCIATION OF BRITISH INSURERS
https://www.abi.org.uk/
ABI, l’Associazione delle imprese assicuratrici che operano sul mercato britannico, ha recentemente pubblicato un Report su risparmio previdenziale, assicurazioni ed economia.
Sul tema, ABI e il settore assicurativo condividono l’intento di “guidare il cambiamento” per contribuire alla sostenibilità, tenendo conto delle caratteristiche peculiari del sistema e ponendo al centro i risparmiatori.
Allo stato attuale, il comparto della previdenza complementare comprende fondi pensione a contribuzione definita (DC plans, la maggioranza e a prevalente partecipazione delle giovani generazioni) e a prestazione definita (DB plans(1)). Le due tipologie di piano sono caratterizzate da spiccata eterogeneità rispetto alle variabili demografiche, alla generosità delle prestazioni e alla loro sostenibilità nel lungo termine: si tratta di aspetti cruciali – evidenzia ABI - per la scelta di investimento più appropriata da parte dei risparmiatori.
Per i DB plans, ABI identifica il consolidamento come metodo collaudato di riduzione dei costi e di accesso a opportunità di investimento più diversificate. Le risorse investite in DB plans nel settore privato superano attualmente 1,6 migliaia di miliardi di sterline, ma - rispetto a oltre 5.000 schemi - meno di 300 gestiscono asset di valore superiore a 1 miliardo. Posto che il 72% dei piani DB ha asset inferiori a 100 milioni di sterline, sottolinea ABI, esistono ampi margini di efficienza.
Il settore assicurativo svolge un ruolo importante nel consolidare e garantire i DB plans, attraverso operazioni di buy-out: in questo senso, ABI segnala che sono già stati consolidati asset DB per 300 miliardi di sterline. Da ultimo, nei casi in cui operazioni di buy-out non siano praticabili, ABI pone in evidenza l’utilità di un ruolo più ampio per il Pension Protection Fund (PPF),che - su scala nazionale – funge da “salvataggio” (“UK pension lifeboat”) e attualmente gestisce assets under management per 39 miliardi di sterline.
Da ultimo, il mercato del pension risk transfer è in forte crescita quale strumento di riduzione del rischio: il volume delle sue transazioni, segnala ABI, ha raggiunto nel 2022 i 44,7 miliardi di sterline e si prevede che possa crescere di 50 miliardi/anno nel prossimo decennio.
Quanto ai DC plans, ABI prevede che i fondi collettivi aziendali possano crescere (da 500 miliardi di sterline a 1.000 miliardi entro il 2030), mentre i piani si stanno già consolidando a un tasso compreso tra l’8 e il 10% annuo.
ABI segnala, inoltre, che (I) gli investimenti sono soprattutto in azioni; (II) i risparmiatori sono molto più giovani rispetto ai sottoscrittori dei piani DB; (III) esiste un considerevole gap tra i contributi del datore di lavoro per i DB schemes (mediamente, 22,2% - dato 2019) e i DC schemes (mediamente, 3,5% - dato 2019), il che sta determinando performance meno brillanti per gli iscritti a questi ultimi; (IV) una caratteristica fondamentale di questo mercato è la pervasiva cultura della riduzione dei costi (“cost is king”), in tutti gli aspetti della filiera dell’offerta. Ciò determina una corsa al ribasso sui prezzi, a scapito di un focus più olistico sui rendimenti degli investimenti e sulla qualità del servizio: si tratta, conclude ABI, di uno dei principali ostacoli che impediscono ai pension providers di investire in una classe più ampia di asset.
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(1) I DB plans rappresentano ormai quasi una rarità, con solo il 9% dei regimi in essere ancora aperto a nuovi ingressi e meno di 800.000 iscritti che versano ancora contributi (su un totale di 9,8 milioni).