Focus
LE DINAMICHE DELLA SELEZIONE AVVERSA
David McCarthy - Olivia S. Mitchell
Pension Research Council, The Wharton School, University of Pennsylvania
www.wharton.upenn.edu
La selezione avversa deriva dall’asimmetria informativa fra assicuratore e assicurato. In particolare nel business vita l’acquirente tende ad essere in una posizione di vantaggio rispetto all’assicuratore in termini di conoscenza delle sue prospettive di vita.
La percezione dei singoli circa il proprio tasso di mortalità spinge a fare scelte assicurative mirate con la conseguenza che, fermo restando tutto il resto, la mortalità osservata della popolazione assicurata risulta sensibilmente differente rispetto alla mortalità dei non assicurati.
Più in dettaglio individui che ritengono di avere una basso tasso di mortalità considereranno, a parità di altre circostanze, più costosa l’assicurazione rispetto a quelli che ritengono di avere un alto tasso di mortalità. Allo stesso modo i primi riterranno molto meno costosa la rendita vitalizia rispetto ai secondi.
L’effetto è che gli individui che ritengono di avere un alto tasso di mortalità preferiranno le polizze vita (caso morte), mentre quelli che ritengono di avere un basso tasso di mortalità preferiranno le polizze di capitalizzazione oppure quelle miste e al momento dell'incasso della prestazione la prima categoria di individui preferirà la soluzione in capitale mentre l'altra preferirà le rendite. Questo almeno è quanto suggeriscono le teorie classiche.
Il presente studio invece dimostra come in realtà le compagnie abbiano raffinato le loro modalità di selezione dei rischi in modo da individuare con grande efficacia i profili con minore mortalità.
La conclusione è dunque che l’asimmetria informativa che sta alla base della selezione avversa è validamente fronteggiata dagli assicuratori, che riescono a osservare i tassi di mortalità meglio di quanto possano fare i singoli.