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🇮🇹 Criptovalute

LA DETENZIONE DI CRIPTOATTIVITA’ DA PARTE DELLE FAMIGLIE ITALIANE: I DATI DI UN’INDAGINE BANKITALIA

“Bollettino Economico n. 1/2023” (Gennaio 2023)


BANCA D’ITALIA
https://www.bancaditalia.it/homepage/index.html


BANCA D’ITALIA – Link al BOLLETTINO


Nel Bollettino Economico n. 1/2023 di Banca d’Italia è contenuto un approfondimento dedicato alla detenzione di criptoattività da parte delle famiglie italiane.

Le criptoattività sono attività digitali che possono essere conservate e trasferite elettronicamente attraverso l’uso di registri crittografati. 

Negli ultimi anni – si sottolinea nell’articolo - l’interesse verso queste attività da parte delle famiglie è cresciuto a livello globale, anche se in modo eterogeneo tra Paesi. Negli Stati Uniti – dove il ricorso a tali strumenti è stato più ampio – il 12% degli individui adulti ha dichiarato di avere utilizzato o detenuto criptoattività nel 2021; nel complesso dell’area dell’euro, la quota di possessori nel 2022 è stimata pari al 4%.

Per valutare l’entità del fenomeno in Italia sono state inserite alcune domande specifiche in un sondaggio sperimentale condotto dalla Banca d’Italia presso 1.700 famiglie tra giugno e luglio del 2022. I quesiti chiedevano alla persona di riferimento della famiglia se alla fine del 2021, all’interno del suo nucleo, qualcuno possedesse criptoattività e, in caso di risposta affermativa, per quale ammontare, definito entro determinati intervalli.

Sulla base dei dati raccolti, il 2,2% delle famiglie italiane deteneva criptoattività. Il valore è in linea con quello calcolato dalla BCE su un campione di circa 3.000 cittadini italiani intervistati tra marzo e maggio del 2022. Analogamente a quanto avviene per le attività finanziarie tradizionali, la quota di possessori è più elevata tra i nuclei abbienti: si passa dal 4,3% delle famiglie nel quartile più elevato della distribuzione del reddito a meno dell’1% di quelle nel secondo quartile. La diffusione di criptoattività è inoltre maggiore tra i più giovani (5,7% delle famiglie in cui il soggetto rispondente ha meno di 45 anni, a fronte dello 0,2% della fascia più anziana), plausibilmente in connessione con un maggiore utilizzo degli strumenti informatici.

La percentuale è più alta tra i liberi professionisti e gli altri lavoratori autonomi (6,7%); sale al 19% tra i soggetti meno avversi al rischio.

L’ammontare di criptoattività detenute dalle famiglie è limitato: due terzi dei nuclei hanno riportato di possederne fino a 5.000 euro, mentre solo l’11% ha dichiarato importi superiori a 30.000 euro.

Anche alla luce dei recenti episodi di crisi nel mercato delle criptoattività e delle modifiche legislative e regolamentari che interverranno nei prossimi mesi, la Banca centrale prevede di effettuare ulteriori rilevazioni per continuare a monitorare il fenomeno e fornire stime aggiornate.