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🇮🇹 Welfare

IL RAPPORTO “WELFARE ITALIA 2022” DI UNIPOL E THE EUROPEAN HOUSE – AMBROSETTI: SPESA SOCIALE IN CRESCITA, CON SQUILIBRI

Le criticità e le sfide del welfare italiano nel rapporto 2022 del think tank “Welfare, Italia” (WEBPAGE DI PRESENTAZIONE del Report e COMUNICATO STAMPA) - 22 Nov. 2022


UNIPOL
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UNIPOL – Link alla WEBPAGE DI PRESENTAZIONE del Report

UNIPOL – Link al COMUNICATO STAMPA


È ancora in crescita nel 2022 la spesa per il welfare in Italia.  Questo è quanto emerge dal Rapporto "Welfare, Italia 2022", presentato da Unipol Gruppo e realizzato in collaborazione con The European House - Ambrosetti

Secondo le stime, l'aumento generalizzato della spesa per il welfare indotto dalla pandemia sta proseguendo: dopo la crescita di 46 miliardi di euro nel 2020, tra il 2021 e il 2022 la spesa per sanità, politiche sociali, previdenza e istruzione è aumentata di ulteriori 22 miliardi (di cui 18 solo nel 2022), raggiungendo i 615 miliardi di euro. 

In termini relativi, la previdenza continua ad assorbire circa la metà della spesa (48,4%), seguita dalla sanità (21,8%), dalle politiche sociali (18,2%) e dall'istruzione (11,6%).

Il confronto europeo conferma lo sbilanciamento della spesa sulla componente previdenziale: l’Italia è, infatti, il primo Paese tra i Big Four europei per incidenza della spesa previdenziale sul PIL (17,9%, rispetto a una media del 13,4% dell’Eurozona). 

Al contrario, l’Italia si trova ultima con riferimento sia all’area dell’istruzione (che incide solo per il 4,3% del PIL, rispetto a una media dell’Eurozona pari a 4,9%) sia a quella delle politiche sociali (7,1% del PIL, contro una media dell’Eurozona pari a 8,9%).

Inoltre, il Welfare Italia Index illustrato nel Rapporto fotografa una netta divisione tra Nord, Centro e Sud nella capacità di risposta dei sistemi di welfare a livello regionale.

Un ulteriore aspetto critico riguarda il capitale umano perso (e non recuperato) dal Paese: dei 121.000 italiani che hanno lasciato l'Italia nel 2020, il 26% (circa 31.000 persone) possedeva la laurea o un titolo di studio superiore, mentre la percentuale di laureati stranieri nel Paese (13,3%) è la più bassa nell'intera area Ocse (media del 40,8%).