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REPORT WELFARE ITALIA 2021, UNIPOL: DOPO LA PANDEMIA, NECESSARIO UN NUOVO MODELLO DI WELFARE 5.0

“Rapporto 2021. Think Tank Welfare, Italia”


UNIPOL
https://www.unipol.it/it


WELFARE ITALIA – Link ai DOCUMENTI


Unipol ha presentato il Rapporto Welfare Italia 2021, realizzato in collaborazione con Studio Ambrosetti.

In Italia, il welfare assorbe risorse per 576,2 miliardi di euro, pari al 66,2% della spesa pubblica complessiva. La componente previdenziale impegna circa metà di tale cifra: il 51,3%. Nel confronto europeo è evidente uno squilibrio: l’Italia, infatti, è il primo fra i cinque più grandi Paesi europei per incidenza della spesa pensionistica sul PIL (16,5%, rispetto a una media del 12,6%).

La crisi Covid-19 ha indotto un incremento generalizzato di tutta la spesa per welfare sia nel 2020 sia nel 2021. In tale scenario, l’Unione Europea ha fornito un sostegno economico eccezionale, mettendo in campo risorse per 897 miliardi tramite i programmi SURE e Next generation UE. Per quanto riguarda il PNRR, agli interventi e alle riforme direttamente legati al welfare sarà destinata una cifra di 41,5 miliardi.

In un simile quadro generale, condizione necessaria perché venga garantita la capacità redistributiva di un sistema di sicurezza sociale efficiente e moderno, secondo il Report, è che ci sia il lavoro. Già prima della crisi il mercato del lavoro italiano presentava problemi strutturali: la pandemia non ha fatto che aggravare le criticità relative, ad esempio, alla formazione e alla transizione scuola-lavoro.

Parlando invece di evoluzione demografica, che si può considerare a tutti gli effetti il “convitato di pietra” di ogni analisi sul welfare italiano, è presente quella che, secondo gli Autori, si può definire una doppia tenaglia: meno persone in età lavorativa e un più elevato indice di dipendenza degli anziani. Sarà quindi necessario risolvere questi nodi strutturali, pur affrontando i crescenti bisogni sociali: condizioni indispensabili per una crescita economica inclusiva.

La crisi, infine, ha esacerbato i divari tra i sistemi di welfare regionali: la differenza tra regioni best e worst performers nel Welfare Italia Index (l’indice elaborato per sintetizzare le variabili relative al welfare anche a livello locale) è aumentata ulteriormente.

Sarà quindi necessario lanciare un nuovo modello di welfare 5.0 che agisca su variabili quali l’occupazione femminile e la digitalizzazione, unendo le politiche passive e attive per la gestione dell’invecchiamento, con l’obiettivo ultimo di incrementare la capacità redistributiva del sistema stesso.