Panorama Assicurativo Ania

🇮🇹 Demografia, Mortalità

LA MORTALITA’ DELLA POPOLAZIONE ITALIANA NEL CORSO DEL 2020: ANIA TRENDS - TENDENZE DEMOGRAFICHE

“ANIA TRENDS – tendenze demografiche” (Anno I, numero 1, giugno 2021)


ANIA – ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRA LE IMPRESE ASSICURATRICI
https://www.ania.it/


ANIA – Link al DOCUMENTO


Una nuova Newsletter recentemente pubblicata dall’ANIA descrive la mortalità della popolazione italiana con riferimento all’impatto del Covid-19 nel corso del 2020, con distinzioni per sesso, per fasce di età e per aree territoriali, nonché nel confronto con altri Paesi. 

Le analisi prevedono l’utilizzo, ove pertinente, di tassi standardizzati, che consentono di valutare la mortalità come fenomeno demografico, depurando i risultati dai cambiamenti nella dimensione e nella struttura per età e sesso delle popolazioni osservate tra i diversi Paesi o, in Italia, nel corso del tempo. 

Nel corso dell’intero anno 2020 si sono registrati circa 108.200 morti in eccesso rispetto al 2019 (+15,1%), risultato dovuto quasi esclusivamente al Covid-19, solo parzialmente mitigato dai minori decessi dovuti alle misure di contenimento e ad altri effetti della pandemia. 

L’analisi della mortalità giornaliera mostra un andamento altalenante, con incrementi rilevanti in corrispondenza della diffusione dell’infezione e diminuzioni repentine dovute alle misure di contenimento. Da fine febbraio a metà maggio e da fine agosto fino a fine anno la mortalità è stata decisamente più elevata del 2019, con il picco raggiunto nei giorni 22-28 marzo per ciò che riguarda la “prima ondata”, e nei giorni che vanno dal 12 novembre al 1° dicembre durante la “seconda ondata”. All’inizio del 2020, fino al 24 febbraio e, a seguito del lockdown, dal 20 maggio al 18 luglio, invece, la mortalità è stata più bassa del 2019. 

A livello territoriale, l’analisi si è concentrata sulle regioni del Nord e sulle regioni più popolose del Centro (Lazio) e del Sud (Campania): nella “prima ondata” le regioni del Nord hanno registrato la mortalità più elevata, con la Lombardia che dal 22 al 24 marzo ha registrato un tasso di mortalità superiore al 4%, circa il 310% in più dei valori medi rilevati nei cinque anni precedenti e il 300% in più rispetto al 2019. Nella “seconda ondata”, la mortalità ha raggiunto picchi inferiori ma più estesi sul territorio e più persistenti, con la Valle d’Aosta che ha sofferto il tasso di mortalità più alto (3,4%), registrato nei giorni 14- 17 novembre. 

Il confronto internazionale evidenzia i diversi impatti del Covid-19 a seconda dei Paesi analizzati e del loro approccio rispetto alla pandemia: in Spagna, Stati Uniti, Italia e Regno Unito si è avuto un incremento rilevante del numero dei decessi rispetto al 2019, superiore al 16%. In altri Paesi, come la Nuova Zelanda, si è osservata, invece, una diminuzione (-2,7%), evidentemente grazie all’efficienza e all’efficacia delle misure di contenimento. 

Estendendo l’orizzonte temporale di osservazione della mortalità della popolazione italiana, a partire dal 1900 la mortalità è progressivamente diminuita, raggiungendo oggi livelli pari a circa un quarto di quelli dell’inizio del periodo. Fanno eccezione passaggi epocali, come i due conflitti mondiali e le gravi epidemie di spagnola (1918-1920), asiatica (1956) e SARS-Cov-2 (2020). In particolare, l’aumento della mortalità rispetto all’anno precedente è stato pari nel 2020 al 15,0%, superiore a quello osservato nel 1956 per l’influenza asiatica, di poco inferiore a quello rilevato nel 1915 e decisamente inferiore al balzo del 27,7% registrato nel 1918, anno della “prima ondata” dell’influenza spagnola. In corrispondenza delle età più avanzate, tuttavia, l’aumento verificatosi nel 2020 (16%) è il più alto mai registrato in Italia rispetto all’anno precedente, superiore anche ai periodi di eccezionale mortalità dovuti a guerre e altre epidemie.