Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Previdenza, Stabilità finanziaria

SISTEMI PREVIDENZIALI NELL’UE: SFIDE E IMPLICAZIONI DA UNA PROSPETTIVA DI STABILITA’ FINANZIARIA. UN PAPER ESRB

“Pension schemes in the European Union: challenges and implications from macroeconomic and financial stability perspectives” (Occasional Paper Series, No 17/July 2020)

Antonio SÁNCHEZ SERRANO, Tuomas PELTONEN


ESRB – EUROPEAN SYSTEMIC RISK BOARD
https://www.esrb.europa.eu/home/html/index.en.html


ESRB – Link al PAPER


In un recente Paper, pubblicato dall’European Systemic Risk Board (ESRB), sono esaminati i regimi pensionistici (di primo, secondo e terzo pilastro) e le relative vulnerabilità in termini di impatto sulla stabilità macroeconomica e finanziaria nell'Unione europea.

Gli Autori identificano quattro importanti implicazioni per la stabilità finanziaria: 

  • un rischio relativo agli investimenti, alla produttività e al potenziale di crescita dell'economia.
     L'atteso divario negativo tra contributi e benefici nei regimi pensionistici, in assenza di shock esogeni e positivi alla produttività, potrebbe tradursi in un ridotto percorso di crescita del prodotto, con conseguenze indirette per il sistema finanziario quali: i) una minore capacità di ridurre l'indebitamento; (ii) persistenti bassi tassi di interesse; (iii) un effetto negativo sulla domanda di credito; (iv) un maggiore volume di prestiti in sofferenza;
     
  • cambiamenti nella domanda di servizi finanziari. 
    Ridurre i benefici pensionistici o aumentare i contributi per colmare il gap negativo dei regimi pensionistici influenzerà il reddito disponibile delle famiglie, il che impatterà sui loro modelli di risparmio e consumo;
     
  • un rischio sul fronte della sostenibilità delle finanze del settore pubblico e delle aziende sponsor dei piani previdenziali;
     
  • ricerca di rendimento, rischi di valutazione, trasferimenti di rischio e crescente interconnessione. 
    Di fronte alle sfide di cui sopra, i regimi pensionistici, in particolare quelli a benefici definiti, possono reagire spostando gli investimenti verso attività con rendimenti attesi più elevati, ma anche con rischi maggiori. Ciò può aumentare i rischi di valutazione sui bilanci dei piani pensionistici. In alternativa, possono trasferire o esternalizzare i rischi di longevità o di mercato ad altri intermediari finanziari (data la capacità limitata del settore assicurativo di assorbire questi rischi), aumentando così la loro interconnessione con altri partecipanti al sistema finanziario.

Le vulnerabilità identificate nel Paper riguardano principalmente i regimi pensionistici a benefici definiti, per cui il passaggio a regimi a contribuzione definita sembrerebbe essere una risposta naturale a tali problematiche. Il passaggio in questione, tuttavia, implica un trasferimento sostanziale del rischio alle famiglie e può avere profonde implicazioni. Ciò potrebbe comportare un'allocazione del rischio non ottimale nell'economia a causa di una minore diversificazione dei rischi e della minore capacità delle famiglie di gestire i rischi. 

Per quanto riguarda i regimi pensionistici di primo pilastro, a lungo termine è necessario proseguire nella loro riforma, utilizzando gli altri pilastri come complemento.

Infine, da un punto di vista regolamentare, un quadro macroprudenziale per i regimi pensionistici non sembra essere necessario in questa fase, ma i trasferimenti del rischio di longevità potrebbero richiedere un'azione normativa. Date le interconnessioni introdotte da tali trasferimenti tra regimi pensionistici e altri partecipanti ai mercati finanziari, ulteriori sforzi normativi possono essere dedicati a questa area, al fine di evitare sviluppi indesiderati.