Panorama Assicurativo Ania

🇫🇷 IFRS 17

IFRS 17: IL LIVELLO DI AGGREGAZIONE DEI CONTRATTI NELLA RAPPRESENTAZIONE CONTABILE DELL’ATTIVITA’ ASSICURATIVA

« IFRS 17: le niveau d'agrégation dans la représentation comptable de l'assurance »

Pierre-Emmanuel THEROND


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Pubblicato a maggio 2017, lo standard contabile internazionale IFRS 17 per i contratti assicurativi è il risultato di uno dei progetti più lunghi e complessi che l’International Accounting Standard Board (IASB) abbia dovuto condurre. 

Questo a testimonianza della difficoltà di definire principi di valutazione degli accantonamenti corrispondenti agli impegni assunti dalle imprese nei confronti degli assicurati e, soprattutto, di riconoscere il risultato dell’attività. 

Le difficoltà sono legate al particolare modello di business assicurativo: un modello caratterizzato dall'inversione del ciclo finanziario e da una grande eterogeneità di prodotti, in particolare nel ramo vita. 

In tale contesto, e tenuto conto dei principi di valutazione degli accantonamenti adottati dallo IASB, diventa cruciale la questione del livello di aggregazione, ovvero dell'unità contabile al cui livello si deve determinare il risultato reddituale. Infatti, gli obiettivi della rappresentazione contabile, come il non differimento delle perdite attese o il non differimento dei guadagni oltre la durata dei contratti a cui si riferiscono, si confronta con il modello del business assicurativo vita, basato sul principio del pooling e della condivisione dei risultati. 

Pertanto, per quanto riguarda i contratti di assicurazione vita con partecipazione discrezionale agli utili, la nozione di gruppo di contratti, come definita dallo IASB, associata ai principi di valutazione degli accantonamenti, porta a una rappresentazione artificiale e potenzialmente molto volatile della redditività di tali contratti. Contratti che condividono diversi elementi sottostanti e un pooling intergenerazionale. 

In questo lavoro si evidenziano i limiti del modello contabile proposto dallo IASB e, in particolare, della sua disposizione a considerare gruppi di contratti di partecipazione corrispondenti a coorti (almeno) annuali per la determinazione del Contractual Service Margin (CSM) e, quindi, del livello a cui viene registrato l’utile. 

In conclusione, gli Autori propongono, per alcune tipologie di contratti di partecipazione, una modifica normativa che consisterebbe nell'eliminare questo requisito di raggruppamento per coorti di sottoscrizione. Tale soluzione non comporterebbe una perdita di informazioni per gli utenti del bilancio, sarebbe più coerente con il modello di business di queste attività e consentirebbe di evitare costi significativi per gli estensori del bilancio. Costi che non avrebbero contropartita in termini di guadagni informativi da parte degli utenti.