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🇮🇹 Risparmio, Innovazione digitale

COMPETENZE DIGITALI E SCELTE DI ALLOCAZIONE DEL RISPARMIO: UN’ANALISI DI PROMETEIA

“Quanto conta la digitalizzazione nell’industria del risparmio” Un’analisi svolta sui dati dell’indagine Wealth Insights di novembre 2020 mostra come il livello di digitalizzazione sia strettamente correlato al livello di educazione finanziaria e alle scelte di allocazione del risparmio (12 gennaio 2021)

Giovanni Maria BONAGURA, Vincenza DI LORENZO, Lorenzo PROSPERI


PROMETEIA
https://www.prometeia.it/home


PROMETEIA – Link al DOCUMENTO


L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) elaborato dalla Commissione europea colloca l’Italia agli ultimi posti della classifica sulla competitività digitale (25° su 28 nel 2020).

Gli indicatori elaborati dalla Commissione mettono in luce che il ritardo del nostro Paese non è imputabile tanto a carenze di tipo infrastrutturale o relative ai servizi pubblici digitali quanto, piuttosto, al basso posizionamento in termini di capitale umano e allo scarso utilizzo di internet da parte della popolazione (bassa percentuale di utenti con competenze digitali di base o avanzate o scarso utilizzo di servizi internet, soprattutto bancari). 

Alla luce di tutto questo, Prometeia ha costruito un nuovo indice di digitalizzazione a partire dai dati dell’indagine Wealth Insights di novembre 2020, realizzata insieme a Ipsos, al fine di approfondire il legame tra competenze digitali individuali e scelte di allocazione del risparmio.

Sul modello del DESI, l’indice di digitalizzazione di Prometeia tiene conto di quattro dimensioni: accessibilità e utilizzo degli strumenti digitali, utilizzo delle app, canali di informazione digitale e propensione individuale all’innovazione tecnologica. Quattro aspetti che rappresentano fattori determinanti per l’industria del risparmio, che sempre di più utilizza nuovi canali per la gestione della relazione con i clienti.

Non sorprende che il livello di digitalizzazione degli over 55 risulti essere più basso rispetto ai più giovani, mentre è più elevato tra gli individui con patrimonio finanziario superiore a 100.000 euro e con alti livelli di educazione finanziaria. È difficile stabilire se sia l’educazione finanziaria a influenzare il livello di digitalizzazione o viceversa, in quanto è ragionevole pensare che si muovano insieme. La digitalizzazione dei servizi finanziari e degli strumenti di risparmio può facilitare l'accesso a prodotti sofisticati, e portare quindi un aumento del livello di educazione finanziaria tale da poter comprendere la qualità, le opportunità e i rischi dei nuovi prodotti. 

Ma come si combinano le competenze digitali con le scelte di allocazione del risparmio delle famiglie? Dall’analisi emerge che l’indice di digitalizzazione è più alto tra le famiglie che investono. Questa tendenza è particolarmente accentuata guardando ai prodotti di risparmio gestito, e in particolar modo ai fondi comuni. Questa evidenza suggerisce un elemento chiave per la lettura del mercato. Gli individui che hanno optato per prodotti più diversificati sono anche più propensi alla tecnologia e, quindi, tendenzialmente più predisposti e preparati alle novità sulle modalità di fruizione dei servizi finanziari. 

Si conferma, quindi, l’importanza delle conoscenze digitali: i vantaggi che una transizione digitale porterà all’industria del risparmio saranno (e sono) intrinsecamente legati al livello di conoscenze in questo ambito di risparmiatori e investitori, che solo così potranno apprezzare il valore aggiunto dei nuovi servizi offerti.