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LA CRISI PANDEMICA E LE FRAGILITÀ DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO: RAPPORTO OASI 2020 DI CERGAS-BOCCONI

OASI REPORT 2020


UNIVERSITÀ BOCCONI
https://www.unibocconi.it/

CERGAS – CENTRO DI RICERCHE SULLA GESTIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA E SOCIALE
https://www.cergas.unibocconi.eu/


CERGAS – Link al REPORT


La spesa sanitaria pro capite in Italia risulta contenuta rispetto agli altri Paesi sviluppati e, nel sistema sanitario, continuano a prevalere logiche di governo della spesa per tipologia di fattori (interni ed esterni): queste sono alcune delle evidenze dell’ultimo rapporto OASI (2020) sul sistema sanitario italiano, pubblicato dal Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza sanitaria e Sociale (CERGAS) della SDA-Bocconi. 

Dal Report emergono notevoli differenze nella variabilità interregionale della speranza di vita (0,7 anni), della speranza di vita a 65 anni senza limitazioni funzionali (1,1 anni) e della speranza di vita in buona salute (3,4 anni). 

Inoltre, a seconda degli indicatori, cambia il posizionamento delle regioni e permane un importante divario Nord-Sud.

Nonostante una sostanziale convergenza delle regioni verso il pareggio tra spesa e finanziamento sanitario, rimane problematico il gap territoriale in termini di esiti su alta specialità, urgenze, efficienza dei processi, presa in carico di soggetti fragili.

L’Italia, segnala il documento, ha mostrato la corda di fronte alla crisi pandemica, in quanto caratterizzata da una popolazione anziana, da un numero di posti letto in ospedale inferiore alla media europea e da un livello insufficiente di personale sanitario (medici e infermieri).

Se il SSN ha aumentato significativamente la propria spesa corrente (+5 miliardi stimati per il 2020, pari al +4,7% della spesa totale) e pur se sono state avviate massicce campagne di reclutamento di personale medico e delle professioni sanitarie, il divario rimane difficile da recuperare.

In tale contesto, molte aziende pubbliche e realtà private accreditate hanno attivato veri e propri comitati di crisi, a cui partecipano le diverse professionalità ritenute necessarie, da quelle epidemiologiche a quelle cliniche, dagli esperti di logistica a quelli di ICT.

Nelle regioni più colpite, la geografia dei servizi è stata radicalmente trasformata nel giro di poche settimane: in Lombardia, ad esempio, il 42% dei posti letto di degenza per pazienti con forme acute di malattia è stato destinato ai pazienti Covid-19; quasi il 20% a livello nazionale. 

Si è consolidata la consapevolezza che il SSN ha bisogno di strutturare meglio i servizi di prevenzione, quelli di tracking, i servizi territoriali in genere.

Tra le altre priorità citate nel Rapporto, la necessità di: 

  • investire in una capacità erogativa proporzionata ai bisogni ordinari, ma dotata di elevata flessibilità;
  • diversificare le logiche di approvvigionamento;
  • rinnovare a livello infrastrutturale la rete di offerta;
  • favorire logiche per lo sviluppo di competenze e la valorizzazione dei professionisti, rilanciando lo skill mix.