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I CONTI ECONOMICI E FINANZIARI DURANTE LA CRISI DEL COVID-19: FOCUS SU REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE

“I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19” (NOTE Covid-19, 14 gennaio 2021)

L. INFANTE, F. LILLA, G. MARINELLI, M. MARINUCCI, G. SEMERARO, F. VERCELLI


BANCA D’ITALIA
https://www.bancaditalia.it/homepage/index.html


BANCA D’ITALIA – Link alla NOTA


La Banca d'Italia ha recentemente pubblicato una nota dedicata a "I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19". 

La disponibilità dei dati di contabilità nazionale relativi al primo semestre del 2020 - si segnala nel documento - consente di effettuare una prima valutazione macroeconomica degli effetti della crisi pandemica sul comportamento dei settori istituzionali e dei flussi di fondi tra gli stessi settori. Nella nota si discutono gli andamenti di variabili macroeconomiche come produzione, reddito, consumi, accumulazione di attività (non finanziarie) misurate nei conti economici, integrandoli con i dati sull’assunzione di passività e le transazioni in attività finanziarie, registrati nei conti finanziari.

Per quanto nello specifico riguarda il settore delle famiglie, nel primo semestre del 2020 i redditi primari pro capite a valori correnti si sono ridotti dell’8,8% rispetto al primo semestre del 2019, una contrazione decisamente più ampia di quelle registrate nelle fasi più acute della crisi finanziaria (-5,2%) e di quella dei debiti sovrani (-3,4%). La flessione del reddito disponibile lordo pro capite è stata molto meno intensa (-3,8%), e sostanzialmente analoga a quelle mediamente registrate nelle due crisi precedenti, grazie all’eccezionale crescita dei trasferimenti sociali netti (60,3%).

Nonostante il forte sostegno pubblico alla capacità di spesa delle famiglie, il calo dei consumi nella prima metà dell’anno è stato eccezionalmente ampio (-9,8%). Ne è derivato un risparmio netto pari a 51,6 miliardi; il tasso di risparmio è più che triplicato rispetto alla fine del 2019 (dal 2,8 al 9,2%), contrariamente a quanto era accaduto durante le due precedenti crisi.

Nel primo semestre del 2020 le famiglie hanno accresciuto la loro ricchezza finanziaria netta grazie a un accreditamento netto pari a 58,8 miliardi. Nel conto finanziario, a tale accreditamento netto ha corrisposto un aumento delle attività delle famiglie per 33 miliardi e una riduzione di passività per circa 26 miliardi.

Dopo oltre un anno di disinvestimenti in titoli pubblici (-23,6 miliardi nel 2019), nella prima metà del 2020 le famiglie sono tornate ad acquistarne per 5,1 miliardi, mentre sono state registrate vendite di altri titoli per 11,6 miliardi. Gli acquisti di titoli pubblici si sono concentrati nel secondo trimestre, quando le famiglie hanno assorbito titoli per 9,9 miliardi, pari a circa il 9% delle emissioni nette, più che compensando le vendite per 4,8 miliardi registrate nel primo trimestre.

Ulteriori 17,7 miliardi sono stati investiti in strumenti del risparmio gestito (di cui 9,3 miliardi in quote di fondi comuni e 6 miliardi in polizze del ramo vita), mentre i crediti commerciali e le altre attività si sono ridotti per 24,9 miliardi.