Panorama Assicurativo Ania

🇮🇹 Lavoro, Covid-19

I LAVORATORI A RISCHIO IN ITALIA DURANTE L’EMERGENZA COVID-19: PAPER BANKITALIA

“I lavoratori a rischio in Italia durante l'epidemia da COVID-19” (11 aprile 2020)

Gaetano BASSO, Teresa BARBIERI, Sergio SCICCHITANO (a cura di)


BANCA D’ITALIA
https://www.bancaditalia.it/

INAPP - Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche
https://inapp.org/it/


BANCA DITALIA WEBPAGE DI PRESENTAZIONE dell'articolo

BANCA DITALIA Link allARTICOLO



È stato recentemente pubblicato l'articolo "I lavoratori a rischio in Italia durante l'epidemia da COVID-19", curato da alcuni ricercatori della Banca d'Italia e dell’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche).

Gli Autori hanno analizzato le attività professionali e le caratteristiche del luogo di lavoro che espongono maggiormente i lavoratori a malattie e infezioni e a vicinanza fisica con altre persone: emerge che il settore dei servizi e quello del commercio al dettaglio rappresentano le attività economiche dove la vicinanza fisica tra clienti e collaboratori è maggiore. La maggior parte delle occupazioni che richiedono poca interazione interpersonale, invece, sono concentrate nell’agricoltura.

Per quanto riguarda le caratteristiche demografiche, i lavoratori a rischio di contagio e complicanze da COVID-19, ossia principalmente lavoratori di sesso maschile di età superiore ai 50 anni, sono concentrati in settori poco esposti alla vicinanza fisica (come l’agricoltura) o che hanno la possibilità di lavorare a distanza (lavoratori della pubblica amministrazione e di alcuni comparti dell’istruzione)

Il fermo delle attività non essenziali ha riguardato quasi 8 milioni di lavoratori (circa il 35% del totale), interessando prevalentemente quei settori dove è più alta la propensione alla vicinanza fisica. Mirando a preservare l’attività in settori ritenuti essenziali, le restrizioni poste in atto dal Governo non hanno interessato settori con un alto livello dell’indice di esposizione a malattie e infezioni, tra cui l’industria sanitaria e le attività necessarie di pubblica sicurezza e trasporto pubblico.

Le attività economiche caratterizzate da una maggiore propensione allo smart working sono state l’industria finanziaria, bancaria e assicurativa, la pubblica amministrazione e la maggior parte dei servizi professionali. Si stima che gli italiani che non si sono recati sul luogo di lavoro, con possibilità di lavoro da remoto, siano stati fino a 3 milioni in più di quelli direttamente interessati dal fermo delle attività.