Panorama Assicurativo Ania

🌎 Cambiamento climatico, Risk management

LA TRANSIZIONE VERSO UN’ECONOMIA A BASSE EMISSIONI DI CO2: RISCHI E OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE ASSICURATIVO

“Below 2°C. Insurance for a low carbon economy” - A Lloyd’s Emerging Risk Report (9 marzo 2020)


LLOYD'S
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Nel suo discorso “Breaking the Tragedy of Horizon(1), l’allora  Governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, sottolineava come il problema del cambiamento climatico andasse visto da diverse prospettive: quella degli effetti fisici del cambiamento, quella delle responsabilità connesse alle (in)azioni e, infine, quella dei costi economici e sociali della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

A quest’ ultimo tema è dedicato un recente report dei Lloyds’ of London(2), realizzato in collaborazione con Vivid Economics e ricercatori del Grantham Resarch Institute della London School of Economics.

Secondo le diverse analisi di scenario illustrate nel rapporto, la transizione al 2030 verso un’economia a basse emissioni di carbonio implica profonde modifiche in numerosi settori chiave dell’economia. Si tratta di un processo che dovrà essere diretto dalle istituzioni, dalla regolamentazione e da un insieme di incentivi di carattere fiscale ed economico.

Gli impatti della decarbonizzazione sul settore assicurativo sono analizzati attraverso tre "canali di impatto", coerenti con il quadro di rischi/opportunità sviluppato dalla Taskforce sulla informazione finanziaria legata al clima (TCFD) del Financial Stability Board. Tali canali sono:

  • attività all'interno dei settori (produzione e competizione);
  • relazione tra settori (filiere e interazioni con i clienti);
  • interazione tra settori e ordinamento giuridico (contenzioso e responsabilità).

Il report analizza nel dettaglio, sulla base di diverse ipotesi, quali saranno gli effetti principali del cambiamento su settori cruciali, con importanti implicazioni sia per i contratti assicurativi in essere sia per il new business assicurativo. I settori considerati sono:

  • l’industria mineraria, estrattiva e della raffinazione del petrolio;
  • l’industria pesante;
  • i trasporti marittimi e l’aviazione;
  • i trasporti stradali;
  • il settore energetico;
  • l’agricoltura;
  • le costruzioni.  

Per tutti questi settori sono preventivabili riduzioni dei ricavi, che potranno andare da meno del 10% per quanto riguarda l’agricoltura a più del 30% per quanto concerne il settore estrattivo ed energetico.

Il mercato assicurativo, da un lato, dovrà gestire le problematiche connesse agli “stranded assets(3) e ai nuovi rischi emergenti conseguenti al climate change. Dall’altro, potrà cogliere nuove opportunità nell’offerta di coperture in ambiti quali la riduzione delle emissioni di CO2, gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture.

Il report presenta un’analisi quantitativa e qualitativa delle complesse ripercussioni della transizione a un’economia a basse emissioni di carbonio, evidenziando le implicazioni per le imprese di assicurazione e riassicurazione. Cinque case studies considerano alcuni settori economici in maggiore dettaglio (carbone, Marine, costruzioni, solare e Biofuel).

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(1) Si veda: “Cambiamento climatico: la necessità di agire subito e il ruolo delle assicurazioni (Mark Carney, B0E)”, in Panorama Assicurativo n. 145, novembre 2015 (Sezione “NEWS”).
http://www.panoramassicurativo.ania.it/admin/plugin/panorama/view.html?id=37184&est=1

(2) Il Report fa parte della collana “Emerging Risk” del riassicuratore londinese.

(3) Stranded Assets, letteralmente attivi non recuperabili. Si tratta di investimenti che hanno subito svalutazioni impreviste o premature. Ad esempio, investimenti nell’industria carbonifera, a seguito di una regolamentazione più stringente sulle emissioni che renda questi investimenti meno redditizi.