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UN NUOVO REPORT BCE AUSPICA MAGGIORE INTEGRAZIONE E SVILUPPO DEI MERCATI DEI CAPITALI IN EUROPA

“ECB pushes for EU capital markets integration and development” (3 March 2020) “Financial Integration and Structure in the Euro Area"(REPORT - March 2020)


ECB – EUROPEAN CENTRAL BANK
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Secondo un nuovo Report della Banca centrale europea (BCE), la struttura finanziaria dell'area euro continua a essere dominata da strumenti non negoziabili, nonostante l’aumento dell'integrazione avvenuto nel 2019.

La quota di azioni e titoli di debito quotati sul finanziamento totale dei Paesi dell'area euro è rimasta relativamente bassa rispetto alla quota dei prestiti bancari e delle azioni non quotate.
Dato che l'integrazione finanziaria complessiva non ha ancora raggiunto un livello soddisfacente e che le famiglie, le imprese e i Governi dell'area euro trarrebbero beneficio da mercati dei capitali più ampi e profondi, la BCE esprime un forte sostegno per le recenti iniziative di avanzamento del progetto dell'Unione dei mercati dei capitali (CMU).

In merito al Report in questione -  che si concentra sugli sviluppi strutturali nel settore finanziario - il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha dichiarato  che la  prima fase della CMU ha prodotto risultati importanti, ma è possibile ottenere di più; il  rilancio della CMU dovrebbe essere una priorità per gli anni a venire.

La dimensione del sistema finanziario dell'area euro è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi anni, pari a circa 6-7 volte il prodotto interno lordo.   La prevalenza delle banche è in calo dai primi anni 2000, ma questo è stato più che compensato da un aumento dell'importanza dei fondi di investimento del mercato non monetario e di altre istituzioni finanziarie. Intermediari finanziari non bancari, di cui fondi di investimento e fondi pensione sono la tipologia in maggiore crescita, ora rappresentano quasi il 60% degli attivi finanziari totali dell'area. Il Report rileva che ciò merita attenzione, poiché potrebbe riflettere non solo lo sviluppo finanziario, ma in parte anche una migrazione dei rischi dal settore bancario a settori meno regolamentati.

Il predominio costante di strumenti finanziari non negoziabili, come prestiti e azioni non quotate, è indicativo della necessità di ampliare e rendere più profondi i mercati dei capitali. Solo alcuni strumenti negoziabili, in particolare i titoli di debito emessi da società non finanziarie, mostrano una leggera tendenza al rialzo a medio termine nell'area, mentre l'ammontare di azioni quotate in borsa rimane relativamente contenuto.

Al fine di favorire l'integrazione e lo sviluppo finanziario, è necessario completare l'unione bancaria e progredire verso una vera CMU.  Al riguardo, esiste un margine per aumentare la percentuale di azioni nel finanziamento delle imprese. Inoltre, i mercati del private equity nell'area euro dovrebbero diventare una fonte più dinamica di capitale di rischio, offrendo migliori opportunità di crescita a società giovani e innovative.

Nel tempo, l'ulteriore sviluppo dei mercati azionari potrebbe dare un contributo significativo alla decarbonizzazione delle economie dell'UE. Una nuova ricerca della BCE suggerisce che i Paesi con economie che hanno una struttura di finanziamento più focalizzata sull'equity rispetto al credito bancario o ad altre forme di debito hanno ridotto più di altri Paesi, negli ultimi decenni, le loro impronte di carbonio.