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GLI INVESTIMENTI DEGLI ASSICURATORI OLANDESI: CRESCE L’INCIDENZA DI PRESTITI E DERIVATI

“Statistical News Release: Balance sheets of insurers show increase in mortgages and derivatives” (13 gennaio 2020)


DNB – DE NEDERLANDSCHE BANK
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Dopo la grande crisi finanziaria, gli investimenti degli assicuratori olandesi nel settore dei mutui ipotecari sono aumentati. Gli investimenti in mutui a tasso fisso di più lunga durata offrono agli assicuratori rendimenti relativamente elevati e riducono il duration mismatching con le loro passività. I derivati ​​– come gli swap su tassi di interesse – proteggono ulteriormente le imprese contro il rischio di tasso in quanto aumentano di valore a seguito del calo dei tassi. Queste sono le principali evidenze di una recente nota statistica della Banca centrale olandese sull’evoluzione delle politiche di investimento da parte delle imprese di assicurazione.

Con attivi per circa 550 miliardi di euro, il settore assicurativo rappresenta uno dei maggiori investitori istituzionali dei Paesi Bassi.
Dal 2008 al 2019, la quota di prestiti ipotecari e derivati ​​sul totale del bilancio è aumentata dal 9% a oltre il 21%. Nello specifico, la quota di derivati ​​è passata dal 2,8% all'8,9%, mentre i mutui sono aumentati dal 5,9% al 12,3%.
Le partecipazioni azionarie e le altre attività (depositi e attività liquide, riserve tecniche riassicurate e attività non finanziarie) sono diminuite, nel periodo in questione, rispettivamente al 5,1% e all'11,6%. Rappresentando oltre il 40% del totale dello stato patrimoniale, i titoli a reddito fisso rimangono la più grande classe di attivi; nell’ambito di tale categoria, i titoli di Stato hanno guadagnato terreno dal 2008 (25,8%; +1,5 punti percentuali) rispetto alle obbligazioni societarie (14,6%; -1,5 punti percentuali).

Nel terzo trimestre del 2019, circa il 90% dell'importo residuo dei prestiti ipotecari era costituito da mutui erogati a soggetti olandesi, con scadenza a lungo termine e tasso fisso.
L'aumento dei derivati ​​nel totale del bilancio è quasi interamente attribuibile agli assicuratori vita ed è in gran parte il risultato di rivalutazioni di contratti a termine sui tassi di interesse.