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BANKITALIA: ATTI DEL CONVEGNO "SVILUPPO SOSTENIBILE, FINANZA E RISCHI CLIMATICI”

“Convegno "Sviluppo sostenibile, finanza e rischi climatici" (Webpage di presentazione) “Rischi climatici e regolamentazione prudenziale” (Intervento del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Luigi Federico SIGNORINI)


BANCA D’ITALIA
https://www.bancaditalia.it/


BANCA DITALIA - Webpage di presentazione del Convegno

BANCA DITALIA INTERVENTO del Vice Direttore Generale della Banca dItalia



Banca d’Italia ha recentemente organizzato un convegno su sviluppo sostenibile, finanza e rischi climatici.
Obiettivo dell’evento era il confronto con l'industria finanziaria sugli impatti che i rischi climatici hanno sui modelli di business, sulle strategie di raccolta e sul processo di gestione dei rischi. Hanno partecipato esperti di 27 tra banche e società di gestione del risparmio, nonché rappresentanti dell'accademia e delle principali associazioni di categoria. Sono disponibili sul sito della Banca centrale gli interventi dei relatori, in forma sia di testo sia di slide.

Nel suo intervento introduttivo Luigi F. Signorini, Vicedirettore generale di Banca d’Italia, ha evidenziato che ai rischi fisici, connessi agli investimenti infrastrutturali e legati alla ricostruzione successiva agli eventi naturali, si aggiungono i cosiddetti rischi di transizione, ossia i rischi connessi ai cambiamenti nelle infrastrutture, nel settore energetico, nelle città e nell’agricoltura, connessi al cambiamento climatico.

In proposito, si stima che gli investimenti necessari per la transizione verso un’economia a basse emissioni siano, nei prossimi decenni, compresi tra i 175 miliardi e i 290 miliardi di euro annui solo per quanto riguarda l’Unione europea.

Una parte sostanziale di questi investimenti verrà dal settore privato; il sistema finanziario avrà il ruolo fondamentale di contribuire ad allocare in modo efficiente queste risorse.

Un’altra questione fondamentale, è quella dell’incorporazione dei rischi climatici nelle politiche di gestione dei rischi degli intermediari finanziari. Un utilizzo più esteso delle categorie ESG (Environment, Social, Governance) tra le variabili prese in considerazione costituisce lo strumento generalmente adottato, anche se rimangono questioni da affrontare relative alla metrica, alla comparabilità e alla possibilità di utilizzarle in modo uniforme nelle valutazioni prudenziali.