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RAFFORZARE LA RESILIENZA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO ESPOSTI ALLE CALAMITÀ NATURALI: PAPER E LINEE GUIDA FMI

“Building Resilience in Developing Countries Vulnerable to Large Natural Disasters” - Policy Paper No. 19/020


IMF – INTERNATIONAL MONETARY FUND
https://www.imf.org


IMF Link al PAPER



Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) studia, ormai da anni, le strategie per una migliore gestione delle conseguenze delle calamità naturali.
Gli eventi naturali estremi, in particolare nei Paesi in via di sviluppo e/o di non grande dimensione, possono costituire un vincolo importante allo sviluppo socioeconomico.

La sinergia negativa tra scarsi investimenti infrastrutturali, capacità limitata di intervento dello Stato a causa dei vincoli di bilancio e impiego limitato di strumenti assicurativi e finanziari che permettono una migliore gestione ex ante del problema contribuiscono - insieme alla carenza di strategie di gestione ex post delle calamità -  a una bassa resilienza di molti dei Paesi emergenti.

FMI suggerisce una strategia a tre pilastri, con l’obiettivo di accrescere la resilienza nei diversi Paesi.
Il primo pilastro è costituito dagli investimenti infrastrutturali volti a migliorare la sicurezza e la rapidità del recupero successivo agli eventi.
Il secondo pilastro prevede la realizzazione di un sistema di gestione assicurativa e finanziaria che permetta di garantire ex ante la disponibilità delle risorse necessarie.
Il terzo pilastro prevede meccanismi per migliorare la resilienza post-disastro, con il progetto e l’implementazione di piani di recupero e ricostruzione.
Un sistema a tre pilastri vede così coinvolti diversi soggetti, nazionali o internazionali, pubblici o privati, che devono cooperare nell’ottica di una strategia stabilita a livello statale e condivisa da tutti gli stakeholder.

I benefici potenziali di questa impostazione vanno da una riduzione dei danni potenziali a un miglioramento delle prospettive di crescita dell’economia, anche attraverso una maggiore redditività e una minore volatilità dei rendimenti degli investimenti.
Il punto chiave, conclude il Fondo, è garantire il coordinamento dei diversi soggetti coinvolti: coordinamento che potrebbe avere l’effetto di catalizzare nuove risorse, anche provenienti da enti filantropici e donatori.

L’analisi e le conseguenti linee strategiche sono state discusse e condivise dall’executive board dell’FMI.