Panorama Assicurativo Ania

🇮🇹 Calamità naturali, frane

UN MODELLO PREVISIVO DEL RISCHIO DI FRANE IN ITALIA

“A predictive model of societal landslide risk in Italy”

Mauro ROSSI, Fausto GUZZETTI, Paola SALVATI, Marco DONNINI, Elisabetta NAPOLITANO, Cinzia BIANCHI


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Gli Autori propongono un approccio innovativo per valutare la distribuzione spaziale e temporale del rischio di frane e smottamenti in Italia; si basano, a tal fine, su informazioni storiche e puntuali sulle frane mortali e le loro conseguenze umane dirette.

Sottopongono a verifica l'approccio proposto utilizzando un database relativo a 5.571 vittime causate da 1.017 smottamenti in 958 siti in tutta Italia, in un periodo di 155 anni compreso fra il 1861 e il 2015. Adottando una distribuzione Zipf, viene modellato il rischio di frana per l'intera Italia e per 7 suddivisioni fisiografiche e 20 suddivisioni amministrative del Paese.

I risultati confermano che la distribuzione Zipf è adeguata per descrivere la frequenza (e la probabilità) di frane mortali e mostrano che il rischio di frane varia in Italia a seconda dell’entità del fenomeno, del numero di eventi fatali e dell'esponente s della distribuzione Zipf, che controlla l’incidenza relativa delle frane di bassa o grande magnitudo.

Utilizzando vincoli geometrici, sono predisposte le mappe delle diverse variabili rilevanti, il che evidenzia la complessità del rischio di frane in Italia, che non può essere descritto correttamente con una metrica singola.
Successivamente, sono definiti scenari di rischio per frane di entità crescente, che sono convalidati controllando il previsto periodo di accadimento degli eventi fatali con informazioni su 130 frane mortali tra il 1000 e il 1860 e 11 frane mortali tra gennaio 2016 e agosto 2018.

Nonostante l'incompletezza nella parte più vecchia del record per le frane di bassa magnitudo e il breve e limitato numero di eventi nel recente periodo 2016-2018, i periodi di accadimento previsti sono in buon accordo con il verificarsi di frane mortali in entrambi i periodi.

Nonostante la nota difficoltà nella modellizzazione di set di dati sparsi, l'approccio fornisce una rappresentazione coerente e realistica del rischio di frana in Italia.
I risultati forniscono nuove informazioni sulle variazioni spaziali e temporali del rischio. Ci si attende che questo contribuisca a migliorare le zonizzazioni esistenti del rischio in Italia, a promuovere l'efficacia dei sistemi di allarme rapido a livello nazionale e regionale e a progettare e implementare strategie di comunicazione, mitigazione e adattamento migliori.

L’approccio è generale e non limitato alle informazioni sulle frane mortali disponibili per l'Italia. Pertanto, esso può essere utilizzato per modellizzare il rischio di frane in altre aree geografiche per le quali sono disponibili informazioni adeguate e per stimare le conseguenze fatali di altri rischi.