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NUOVE PAURE ED ESIGENZE DI PROTEZIONE DEI LAVORATORI IN UN CONTESTO CHE CAMBIA: INDAGINE ZURICH/OXFORD UNIVERSITY

“People’s protection in the new world of work” GROUP NOTE, 20.06.2019 « Perceptions on protection: Surveying workers to build new agile solutions » by Zurich Insurance Group and the Smith School of Enterprise and the Environment (University of Oxford)


ZURICH
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Zurich e Oxford University hanno recentemente presentato l’indagine “2019 Agile Workforce Protection”, dedicata alle nuove paure e alle esigenze di protezione dei lavoratori, in un periodo di profondi cambiamenti(1).

Dall’indagine emerge che la tecnologia aiuta nello svolgimento dell’attività lavorativa, ma crea ansia e vulnerabilità per il futuro professionale in quanto, da una parte, è percepita come un fattore abilitante e, dall’altra, viene interpretata come fattore che può causare in prospettiva la perdita del lavoro.

Se questo è il quadro generale, l’Italia risulta caratterizzata da una visione ancor più pessimistica: il 61% degli intervistati, infatti, ritiene che la tecnologia abbia avuto un impatto negativo sul proprio lavoro.
In tale contesto, diminuisce la capacità di risparmio e aumentano le preoccupazioni finanziarie. Anche la consapevolezza e l’adozione degli strumenti di protezione rimangono basse.

A livello globale, la conoscenza dei prodotti assicurativi di protezione si conferma ridotta e, di conseguenza, anche la propensione alla sottoscrizione rimane limitata su tutte le forme di copertura, esclusa la previdenza complementare. Gli italiani si collocano all’interno della media globale, con una marcata impreparazione sui prodotti di protezione del reddito, invalidità e Long Term Care (LTC).
A livello di sottoscrizione, si registra in Italia una penetrazione dei prodotti di copertura da perdita di reddito, invalidità e malattie gravi inferiore del 10% rispetto alla media.

Con il venir meno del supporto pubblico – segnalano gli Autori – è necessario che privati e aziende si muovano lungo tre direttrici:

•   un intervento intergenerazionale, dove i nonni e i genitori, che hanno goduto di un supporto in termini di welfare quasi unico nei principali Paesi europei, potrebbero supportare i lavoratori più giovani con forme di contribuzione compensativa (ad esempio, fondo previdenziale per i figli/nipoti nei primi anni di lavoro);

•   aumento della consapevolezza. Gli italiani iniziano a comprendere di avere un deficit di copertura, ma faticano a passare all’azione con strumenti di protezione adeguati;

•   intervento sinergico di assicurazioni, aziende e cittadini per offrire strumenti e servizi che rispondano alle pressanti esigenze di un mondo in rapida trasformazione, soprattutto in una fase di indebolimento dell’intervento pubblico.

 

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(1) L’indagine ha coinvolto 16.000 persone lavorativamente attive (fra i 20 e i 70 anni) in 15 Paesi, tra i quali l’Italia.