ANCHE I LLOYD’S LANCIANO L’ALLARME SULL’INQUINAMENTO NELLE CITTÀ: UN COSTO UMANO ELEVATO
“Counting the human cost of polluted cities” - Garry BOOTH (LLOYD'S - Articolo) "More than 90% of the world’s children breathe toxic air every day" (WHO - NEWS RELEASE) "Air pollution and child health: prescribing clean air" (WHO - WEBPAGE DI PRESENTAZIONE /REPORT Advance Copy)
WHO - WORLD HEALTH ORGANIZATION
https://www.who.int/
LLOYD’S OF LONDON
https://cityriskindex.lloyds.com/
WHO - Link alla WEBPAGE DI PRESENTAZIONE DEL REPORT
WHO - Link al REPORT ("Advance Copy")
Secondo un report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 93% dei bambini al di sotto dei 15 anni è esposto a livelli di aria così inquinata da mettere a rischio la loro salute. Si stima inoltre che, nel 2016, 600.000 bambini siano morti prematuramente a causa di infezioni respiratorie causate da inquinamento.
È questa la premessa di un articolo dei Lloyd’s of London che analizza uno dei principali fattori di rischio che concorrono al Lloyds City Risk Index, ossia l’esposizione all’aria inquinata nei grandi agglomerati urbani.
Se è vero che la maggior parte delle morti premature per inquinamento avviene nei Paesi a basso e medio reddito, anche le grandi città europee non possono stare tranquille: si valuta che chi vive nelle aree urbane del Vecchio Continente più esposte a questo problema sconti una riduzione dell’aspettativa di vita che va dai due ai ventiquattro mesi.
In proposito, uno studio condotto nell’area metropolitana di Londra dimostra che i bambini che vivono nelle zone maggiormente trafficate, con alti livelli di biossido di azoto, soffrono di ridotte capacità respiratorie e di una più elevata probabilità di morte prematura.
Per intervenire su questo problema sarà necessario adottare un approccio sistemico, che sia in grado di integrare le diverse politiche: urbanistica, infrastrutturale, del trasporto pubblico.
L’inquinamento dell’aria, concludono i Lloyd’s, costituisce senz’altro uno dei più importanti rischi emergenti. Infatti, nella misura in cui si conferma il legame tra esposizione all’inquinamento, malattie e carenza di iniziative (pubbliche o private) di prevenzione, maggiore sarà la probabilità di cause legali per il risarcimento dei danni.