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🌎 Sicurezza stradale

LA SICUREZZA STRADALE NEL MONDO. RAPPORTO OMS

"Global status report on road safety 2018"


WHO – WORLD HEALTH ORGANIZATION
https://apps.who.int/


WHO - Link al REPORT


 

La sicurezza stradale continua a rappresentare un’emergenza a livello mondiale.

Nel 2016 le vittime sono state 1,36 milioni, un dato che continua a salire ma che, in termini relativi, risulta allineato con la crescita della popolazione.

Il report in esame evidenzia come negli anni siano stati compiuti importanti progressi nelle politiche per la prevenzione, che hanno riguardato gli assetti legislativi nazionali, gli standard di equipaggiamento dei veicoli e le cure post-incidente.

Tuttavia, il progresso non ha tenuto un ritmo sufficientemente  veloce per compensare l'aumento della popolazione e la rapida evoluzione nella motorizzazione, che  caratterizzano molte parti del mondo.

La conseguenza è che l’obiettivo di dimezzare entro il 2020 il numero delle vittime di incidenti stradali – dichiarato nel settembre 2015 dall’Assemblea generale dell’ONU nell’ambito dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile – non potrà essere raggiunto.

Gli incidenti stradali sono oggi la principale causa di morte per bambini e giovani di età compresa tra 5 e 29 anni. Osservando tutte le fasce di età, la strada rimane all’ottavo posto fra le più comuni cause di morte, sopravanzando l'HIV/AIDS, la tubercolosi e le patologie dissenteriche.

Particolarmente colpite dalla sinistralità stradale sono categorie considerate particolarmente  vulnerabili: pedoni, ciclisti e motociclisti, localizzati principalmente in Paesi a basso e medio reddito (dove il crescente numero di vittime è alimentato dalla progressiva motorizzazione).

Tra il 2013 e il 2016, il numero delle vittime è aumento in 104 Paesi. La tendenza è per una relativa flessione nei Paesi a reddito medio-alto, mentre in quelli a basso reddito non ci sono stati cali.

L’azione legislativa dei singoli Paesi è stata riconosciuta come una delle leve fondamentali per favorire la sicurezza stradale. Ne è dimostrazione il fatto che 149 Paesi hanno istituito Autorità dedicate.

Anche se negli ultimi anni molto è stato fatto in ambito legislativo, dal  report emerge che  - fra i 175 Paesi osservati - risulta ancora presente  una diffusa carenza di norme fondamentali, che riguardano i limiti di velocità, la guida in stato di ebbrezza, l’obbligo del casco e delle cinture di sicurezza.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la cura delle infrastrutture. Il  report evidenzia che sono saliti a 114 i Paesi che hanno adottato standard internazionali condivisi per la progettazione, la realizzazione e la valutazione della qualità delle strade.

Significativi progressi sono stati realizzati in tema di cure di emergenza post-incidente. Il  report segnala che sono saliti a 109 i Paesi dotati di un numero telefonico di emergenza, mentre sono 97 quelli che hanno elaborato processi specifici per quanto concerne  gli interventi sanitari.

Nonostante gli importanti miglioramenti, il mancato obiettivo di riduzione della mortalità  evidenzia la necessità di più incisivi interventi nell’ambito dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

In tal senso, la prossima scadenza importante è fissata per il febbraio 2020 in Svezia; si tratta della  terza Conferenza Ministeriale mondiale sulla sicurezza stradale, che  rappresenterà  un appuntamento fondamentale per definire una linea strategica condivisa e  concordare l’agenda per il decennio successivo.