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MEDIOBANCA: DATI DI 1.308 FONDI E SICAV ITALIANI (1984-2017)

“Indagine sui fondi e SICAV italiani (1984-2017)” (10 ottobre 2017)


MBRES – RICERCHE E STUDI S.P.A. - UFFICIO STUDI MEDIOBANCA
http://www.mbres.it/


MBRES - Link al DOCUMENTO DI PRESENTAZIONE


 

L’ultima edizione della pubblicazione annuale curata dall’ufficio studi di Mediobanca considera 1308 fondi di diritto italiano, oltre a 1730 fondi (o comparti di essi) incorporati o liquidati sino a tutto il 2017.

Il tasso di rappresentatività dell’industria dei fondi di diritto italiano in termini di patrimonio - individuato per fondi di categoria diversa da chiusi e immobiliari - è di almeno il 99% per ogni comparto, eccetto che per gli speculativi (91%). Rispetto all’edizione precedente sono stati rilevati 195 fondi in più.
Il perimetro analizzato costituisce il 15% del risparmio gestito in Italia nel suo complesso (il 26% dei fondi, esteri inclusi).

Questi, in sintesi, i principali dati:

  • raccolta netta positiva nell’ultimo quinquennio: dal 2012, le sottoscrizioni dei fondi italiani hanno sempre superato i riscatti. Nel 2017 la raccolta netta è stata positiva per circa 22 miliardi di euro. Nel contesto internazionale, l’industria italiana si mantiene al 16° posto (incidenza dei patrimoni gestiti sul PIL pari al 15%), divenendo 12a tenuto conto dei fondi di diritto lussemburghese e irlandese in base alla nazionalità dei gruppi emittenti;
     
  • risultato di gestione positivo: nel 2017 i fondi hanno registrato un utile ante imposte di 9 miliardi di euro (su un patrimonio da gestire che a inizio anno era pari a 307 miliardi). Il rendimento netto medio del patrimonio è valutabile al 2,2%, beneficiando delle performance dei fondi azionari (7,7%), flessibili (2,3%) e bilanciati (2,1%), come pure dei fondi pensione, sia negoziali (2,5%) che aperti (3,7%); i fondi obbligazionari si sono fermati allo 0,5%, i fondi di mercato monetario hanno riportato una perdita (-0,5%);
     
  • costi di gestione e rotazione sostanzialmente stabili: i costi di gestione sono in lieve aumento all’1,3% del patrimonio (1,2% nel 2016), con la punta del 2,3% nel comparto azionario in calo dal massimo storico del 2015. La rotazione del portafoglio (il cui completo rigiro avviene ogni 11 mesi) rimane sui livelli minimi degli ultimi 30 anni;
     
  • bilancio positivo di lungo e medio periodo: chi avesse investito in tutti i fondi comuni aperti italiani negli ultimi 15 anni avrebbe ottenuto un guadagno in conto capitale del 6,4% (+0,4% medio annuo) rispetto a un impiego annuale in BOT a 12 mesi. Il confronto col tasso risk free risulta favorevole nei 9 anni post 2008 (+13,5% complessivo, +1,2% annuo) e nell’ultimo quinquennio (+10% in conto capitale, +1,9% annuo);
     
  • nel 2018: nei primi sei mesi dell’anno in corso vi è stata una prevalenza delle sottoscrizioni sui riscatti per 3 miliardi di euro nei fondi di diritto italiano. I fondi roundtrip (promossi all’estero da gestori italiani) hanno invece beneficiato di afflussi netti pari a 1,8 miliardi. La performance degli italiani nel periodo è valutabile intorno al -2,4%.