Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Solvency II, Rischio azionario

TRATTAMENTO DEL RISCHIO AZIONARIO IN SOLVENCY II: PROPOSTE DI MIGLIORAMENTO

“Equity Solvency Capital Requirements: what institutional regulation can learn from private investor regulation”

David BLITZ, Winfried G. HALLERBACH, Laurens SWINKELS, Pim VAN VLIET


SSRN
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Le regole di Solvency II prevedono requisiti patrimoniali differenziati per il rischio azionario a seconda che si tratti di investimenti in azioni negoziate su mercati dei Paesi economicamente avanzati (di “Tipo 1”, con fattore di stress del 39%) o in azioni di mercati di Paesi emergenti (di “Tipo 2”, con fattore di stress del 49%). Pertanto, le eventuali differenze di rischiosità nell’ambito di portafogli investiti in titoli di Paesi   economicamente avanzati o emergenti non influiscono – ai sensi della normativa vigente  –  sul livello dei requisiti patrimoniali.

Questa situazione – secondo gli Autori  –  incentiva le imprese di assicurazione a una maggiore esposizione al rischio e può determinare effetti distorsivi nelle valutazioni dei mercati azionari.

Nel paper si propone di migliorare l’approccio di Solvency II al rischio azionario, allineandolo alle più sofisticate regole previste dalla normativa europea per i fondi comuni di investimento. Nello specifico, la proposta è quella di moltiplicare lo shock standard del 39% per le azioni di Tipo 1 per un indicatore dato dal rapporto tra la volatilità del portafoglio azionario dell’impresa e la volatilità complessiva del mercato azionario. Tale indice sarà superiore all’unità per i portafogli più rischiosi, mentre sarà inferiore all’unità per quelli meno rischiosi, con la conseguenza che i primi richiederanno un maggiore requisito di solvibilità rispetto alla media di mercato, i secondi un requisito inferiore.

L’approccio proposto tiene conto dell’attuale differenziazione tra mercati avanzati ed emergenti, ma la considera come una delle tante fonti di rischiosità che dovrebbero essere riflesse nei requisiti patrimoniali. L’approccio, inoltre, fornisce incentivi più corretti agli investitori, contribuisce all’efficienza del mercato ed è meno soggetto ad arbitraggi regolamentari rispetto al regime attuale.