FINANCIAL STABILITY BOARD: “PEER REVIEW” DELL'APPLICAZIONE DEI PRINCIPI G20-OCSE SULLA CORPORATE GOVERNANCE
“Thematic review on corporate governance. Peer review Report”
FSB-FINANCIAL STABILITY BOARD
http://www.fsb.org
Il Financial Stability Board (FSB) ha recentemente pubblicato un Report in cui si effettua un confronto del grado di attuazione, nei vari Paesi, dei principi in materia di corporate governance stabiliti da G20 e OCSE (1).
La peer review dà conto di come i Paesi membri del FSB abbiano applicato tali principi alle istituzioni finanziarie regolamentate, identifica le buone pratiche e le aree in cui sono stati compiuti progressi ed evidenzia le lacune e i possibili punti di debolezza.
Una delle principali lezioni della crisi finanziaria globale del 2008-2009 è la necessità di rafforzare la governance aziendale, sia in termini di quadro generale e regole correlate sia in termini di pratiche delle singole istituzioni finanziarie.
La peer review ha rilevato che, sebbene tutte le giurisdizioni membre del FSB abbiano un quadro di governance globale, la sua efficacia può essere limitata se la ripartizione delle responsabilità tra le Autorità del settore finanziario non è chiara o se i diversi requisiti si sovrappongono, presentano lacune ingiustificate o non sono coerenti tra loro. La rassegna ha anche rilevato che, sebbene i framework di corporate governance dei diversi Paesi forniscano generalmente un certo grado di proporzionalità - in genere richiedono alle istituzioni finanziarie di avere sistemi di risk management commisurati alla loro dimensione, complessità e profilo di rischio -, altri fattori quali la proprietà e la struttura di controllo, la presenza geografica e la fase di sviluppo potrebbero essere considerati.
Il documento contiene 12 raccomandazioni, rivolte ai Paesi membri dell’FSB, agli organismi di definizione di standard (OCSE, Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, Associazione internazionale di vigilanza sulle assicurazioni e Organizzazione internazionale delle Autorità di vigilanza sui mercati) e alle istituzioni finanziarie. Esse riguardano, tra l'altro, i seguenti aspetti:
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garantire le basi per un efficace quadro di governance aziendale: individuare e affrontare le lacune o le incoerenze nei casi in cui i framework di corporate governance non abbiano un’unica fonte. Aumentare i poteri delle Autorità di vigilanza per affrontare i punti di debolezza nei regimi di governo societario o la mancata osservanza dei requisiti;
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informativa e trasparenza: considerare la possibilità di migliorare le informazioni relative alle strutture di governance, alle disposizioni in materia di voto, agli accordi fra gli azionisti e alle partecipazioni e garanzie incrociate di particolare importanza. Identificare le informazioni sulle retribuzioni che potrebbero essere utili per gli azionisti;
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responsabilità del Consiglio: considerare l'adozione, l'attuazione e la divulgazione di codici di etica o di comportamento; incoraggiare i Consigli di Amministrazione a formulare valutazioni periodiche sulla loro efficacia;
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diritti e trattamento equo degli azionisti e delle funzioni fondamentali della proprietà: prevedere che agli azionisti sia offerta l'opportunità di votare sulle politiche di remunerazione delle istituzioni finanziarie e sul valore totale delle remunerazioni per il Consiglio e per la direzione;
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ruolo degli stakeholders nel governo societario: considerare il rafforzamento dell'efficacia dei programmi relativi ai cosiddetti whistle blowers;
- altro: considerare la revisione delle pratiche per quanto riguarda l'efficacia delle norme relative ai compiti, alle responsabilità e alla composizione dei Consigli nelle strutture del gruppo, il quadro per le operazioni con parti correlate, il ruolo e le responsabilità degli amministratori indipendenti nei Board e nei Comitati.
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(1) Sul punto, si veda: “Corporate governance: i nuovi principi G20-OCSE”, in Panorama Assicurativo n. 144, ottobre 2015 (Sezione “Normativa”).
http://www.panoramaassicurativo.ania.it/admin/plugin/panorama/view.html?id=37128&est=1