Panorama Assicurativo Ania

🇫🇷 Analisi dei mercati

FRANCIA: PRIMI DATI 2016. RACCOLTA VITA IN LIEVE CALO, SINISTRI DANNI IN CRESCITA

“Bilan de l’année 2016 et perspectives 2017”


FFA – FÉDÉRATION FRANÇAISE DE L’ASSURANCE
http://www.ffa-assurance.fr


FFA Link al DOCUMENTO (SLIDES)



La Federazione degli assicuratori francesi (FFA) ha recentemente presentato i primi dati sull’andamento del mercato assicurativo nel 2016.

La raccolta premi diretta complessiva si è attestata a 210 miliardi di euro, in aumento dello 0,4% rispetto al 2015.
La crescita contenuta è stata condizionata dall’andamento della raccolta vita, che ha registrato premi per 135 miliardi di euro (-0,6% rispetto all’esercizio precedente).
Il comparto delle coperture per beni e responsabilità ha raccolto 53 miliardi di euro, quello per infortuni e malattie 22 miliardi di euro, con incrementi, rispettivamente, dell’1,5% e del 4,6% su base annua.

Andamento differente è stato invece registrato dagli oneri per sinistri e prestazioni: i 175 miliardi di euro corrisposti lo scorso anno rappresentano un incremento del 5,8% rispetto al 2015. Per il comparto vita sono stati erogati 118 miliardi di euro, in crescita del 5,2%, mentre infortuni e malattie hanno erogato il 5,3% in più, per complessivi 17 miliardi di euro.

Le coperture per beni e responsabilità, infine, hanno registrato sinistri per  40 miliardi di euro, in crescita del 7,5% (come conseguenza, fra l’altro, di un’annata funestata da gravi calamità naturali). In particolare, le alluvioni di maggio e giugno hanno determinato indennizzi per 1,3 miliardi di euro, il più elevato onere assicurativo per eventi naturali in Francia dal 1982. L’altro fattore che ha inciso sui maggiori costi del comparto sono state le prestazioni del ramo auto, con incrementi significativi nel costo medio per danni alle cose e alle persone, accompagnati dall’incremento nella frequenza dei sinistri.

A fine 2016, l’ammontare del capitale investito in polizze vita ammontava a 1.632 miliardi di euro, il 3% in più in nell’anno. L’81% del totale era investito in fondi espressi in euro, la restante parte in prodotti in unità di conto.