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PRESENTATA 1a EDIZIONE DELL’INDAGINE BEI SUGLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE NELLA UE

“Banca d’Italia-BEI: presentata la prima edizione dell’indagine sugli investimenti delle imprese nell’Unione europea” – BANCA D’ITALIA, COMUNICATO STAMPA 27.03.2017 “Investimenti e finanza per gli investimenti in Europa. Finanziare la crescita di produttività” – RISULTATI PRINCIPALI 2016 “Investment and Investment Finance in Europe. Financing productivity growth” - REPORT “EIBIS 2016. EIB Group survey on investment and investment finance 2016” - Country Overview. Italy”


EUROPEAN INVESTMENT BANK
www.eib.org

BANCA D’ITALIA
www.bancaditalia.it


BANCA DITALIA- Link al COMUNICATO STAMPA

EIB Link ai RISULTATI PRINCIPALI 2016

EIB Link al REPORT

EIB Link al COUNTRY OVERVIEW. ITALY



È stato presentato, il 27 marzo scorso, il rapporto “Investment and Investment Finance in Europe - 2016” della Banca europea per gli investimenti (BEI). Il report contiene la prima edizione dello studio EIBIS, un’indagine sulle decisioni di investimento delle imprese effettuata su un campione di 12.500 aziende, localizzate in tutti i Paesi europei (di cui 622 italiane).

Dall’indagine, emerge che la ripresa degli investimenti – seppur lenta a debole – è trainata proprio dalle imprese. Nonostante il clima di incertezza, alcune difficoltà di accesso al credito e gli impedimenti regolamentari, le imprese sia in Italia sia in Europa hanno ripreso a investire.
Il report evidenzia che la crescita degli investimenti nell'UE negli ultimi tre anni è stata pari al 3,1% annuo, di poco inferiore al tasso medio pre-crisi del 3,4% e ben al di sotto dei tassi storici di crescita degli investimenti durante i periodi di ripresa post-crisi finanziarie.

Permangono ampie differenze nell'andamento degli investimenti regionali e settoriali. A metà del 2016 gli investimenti nei "vecchi" Stati membri meno colpiti dalla crisi (cosiddetti "Paesi centrali") avevano raggiunto il livello pre-crisi, ma gli investimenti nei "Paesi della coesione" – in maggioranza "nuovi" Stati membri – erano ancora sotto del 9%.
Nei "Paesi periferici" più colpiti dalla crisi gli investimenti sono tuttora inferiori del 27% al livello pre-crisi.

Anche all'interno dei gruppi di Paesi permangono notevoli differenze. In termini di composizione, le immobilizzazioni immateriali sono al di sopra dei livelli storici medi nei Paesi “centrali” e “periferici”, mentre la spesa in impianti, macchinari ed attrezzature primeggia nei “Paesi della coesione”. Il settore dell'edilizia  (residenziale e non residenziale) nel complesso, rimane depresso: gli investimenti in nuove costruzioni superano i livelli pre-crisi soltanto in cinque Stati membri, mentre in quindici è inferiore di oltre il 15% ai livelli pre-crisi.

La graduale ripresa degli investimenti, nel complesso, è una buona notizia, ma ci sono rischi di deterioramento. Il declino della crescita di produttività, i livelli relativamente bassi di investimento in immobilizzazioni immateriali e il calo degli investimenti in infrastrutture costituiscono una minaccia per la crescita futura. Le condizioni di finanziamento per le imprese sono migliorate, ma permangono attriti e fallimenti sistemici del mercato.