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PIU’ CHE UN DILEMMA, UN TRILEMMA: UN TITOLO DI STATO SICURO PER LA ZONA EURO

“Addressing the safety trilemma: a safe sovereign asset for the Eurozone” Working Paper Series, n. 35, February 2017

Ad VAN RIET


ESRB - EUROPEAN SYSTEMIC RISK BOARD
https://www.esrb.europa.eu


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L’Autore si propone di valutare i benefici dell’introduzione di una tipologia di titoli governativi che rappresenti un asset sicuro per l’area euro.

La crisi di inizio decennio ha evidenziato le conseguenze onerose dell’ignorare il cosiddetto “trilemma della sicurezza”. Mantenere un titolo di Stato nazionale (ad esempio, il Bund tedesco) come pilastro del sistema finanziario è incompatibile con la libertà di movimento dei capitali e con la stabilità economica e finanziaria in un’area monetaria unica.
L’area euro necessita, dunque, di un titolo governativo sicuro comune. Tuttavia, l’emissione di eurobond è prevista solo dopo una piena integrazione fiscale fra i Paesi dell’area.

Per far fronte al “trilemma”, pertanto, i Paesi membri dell’eurozona devono agire congiuntamente e scegliere fra due opzioni. La prima è quella di istituire un sistema multipolare di titoli di Stato nazionali sicuri. A tal fine, potrebbero emettere tranches junior e senior di titoli nazionali in una proporzione tale che la sicurezza attesa dalle tranche senior sia la stessa tra i diversi Paesi, mentre la tranche junior sarebbe destinata ad assorbire il rischio di default.

L’emissione addizionale di titoli nazionali legati al PIL potrebbe fungere da garanzia contro il rischio di una profonda recessione in grado di portare al default; tale emissione; dunque, contribuirebbe a rendere la tranche junior meno rischiosa.

La seconda opzione è che i Paesi membri dell’Eurozona – ad esempio, tramite l’ESM – predispongano un titolo di Stato comune,  creando eurobonds sintetici che includano diritti senior  sicuri e diritti junior rischiosi su un portafoglio diversificato di titoli sovereign nazionali.

Quest’ultima sembra una soluzione più efficace al “trilemma della sicurezza” – specie ove i Paesi dell’area euro emettano anche titoli legati al PIL –, ma richiede misure specifiche per controllare i possibili fenomeni moral hazard.