SOLVENCY II ORSA: UN REPORT DELLA LLOYD’S MARKET ASSOCIATION
“Keeping the “O” in ORSA. How Own Risk & Solvency Assessment reports can best be used to promote a risk and capital culture” (REPORT) “Keeping the “Own” in Own Risk & Solvency Assessment” (PRESS RELEASE, 17-Feb.-2017)
Greg SHEPHERD (Markel), Penny SHAW (Chaucer), Hanna KAM (Hiscox), Andrew HITCHCOX (TMK), Paul ELEMENT (XL Catlin)
LMA - LLOYD’S MARKET ASSOCIATION
http://www.lmalloyds.com/
Lloyd’s Market Association (LMA), l’Associazione che rappresenta il complesso della underwriting community dei Lloyd’s di Londra, ha pubblicato un report – preparato da un gruppo di lavoro facente capo al CRO Committee associativo – in materia di Solvency II e ORSA.
Scopo del documento è quello di evidenziare il ruolo della reportistica ORSA quale strumento per promuovere una migliore cultura del rischio e del capitale nelle imprese.
Nel report si identificano alcune criticità relative al livello informativo degli ORSA Reports preparati su base annua e vengono formulati alcuni suggerimenti:
- i rapporti con la Vigilanza (PRA) e con i Lloyd’s evidenziano che il report ORSA può rappresentare un'opportunità per acquisire maggiori conoscenze del profilo di rischio del managing agent, delle decisioni afferenti al rischio, degli effetti della strategia forward-looking sulle esposizioni al rischio e sulle conseguenti implicazioni sul piano del capitale. Ciò può tuttavia condurre alla richiesta di includere nell’ORSA Report volumi crescenti di dati/informazioni: il che significa che i contenuti del Report rischierebbero di non rappresentare più l’approccio "proprio" (“Own”) di ciascuna impresa, ma soltanto i “dati propri" dell’impresa;
- l’esperienza di reporting al Board suggerisce che il Report debba essere breve e che vi sia una suddivisione delle informazioni essenziali in “messaggi-chiave”. L’informativa deve rimanere “tailor-made” sulla base della realtà dell’impresa e delle esigenze del Board, evitando ripetizioni e duplicazioni (short report).
Viene pertanto proposto di distinguere il grado di dettaglio dell’informativa indirizzata al Board (breve e concisa, per evitare informazioni ridondanti su situazioni note) da quello dell’informativa dovuta all’Autorità di vigilanza (circostanziata e dettagliata). Secondo gli Autori, tale risultato può essere ottenuto tramite la realizzazione di due report distinti, oppure – scelta consigliata – attraverso la stesura di un “short report” che verrà poi arricchito, a beneficio della Vigilanza, con una serie di allegati contenenti la necessaria additional/detailed information.