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🇯🇵 Calamità naturali

IL TERREMOTO DI KUMAMOTO IN GIAPPONE: UN’ANALISI DEI DANNI E DELLA FASE POST-EVENTO

“Kumamoto after the Earthquakes: Recovery and Resilience”, 08.08.2016

Shimon SUGIURA


AIR WORLDWIDE
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AIR Worldwide ha recentemente  pubblicato uno studio sui fenomeni sismici che hanno colpito, a partire dal 14 aprile 2016, le prefetture di Kumamoto e di Oita nel sud del Giappone, causando 49 vittime e circa 3.000 feriti.

La Japan Metereological Agency, Autorità pubblica che – tra gli altri compiti –  studia e monitora i fenomeni tellurici, utilizza una scala di intensità sismica simile alla scala Mercalli e misura l’entità del sisma in relazione agli effetti delle scosse: la differenza è che la scala utilizzata dalla Japan Metereological Agency prevede solo sette livelli (contro i 12 della Mercalli).

La scossa del 14 aprile ha raggiunto i livelli più elevati previsti dalla scala e ha la particolarità di essere stata seguita da uno sciame sismico durante il quale le scosse – in particolare quella del 16 aprile – sono state addirittura più intense.

I danni agli immobili sono stati considerevoli: 8.000 edifici residenziali sono risultati distrutti, 25.000 sono stati danneggiati in modo grave e 122.000 in misura parziale.

Inoltre, 243 edifici pubblici e 1.672 edifici non residenziali sono risultati danneggiati.

Sia la ferrovia sia le strade principali sono risultate inagibili, il che ha reso estremamente difficoltosa la messa in sicurezza delle persone e le attività di recupero successive al terremoto.

Delle 183.000 persone evacuate, ad oggi 7.000 risultano ancora sfollate. Delle 3.900 case "provvisorie" previste,  ne sono state realizzate 3.000.

L’Associazione delle imprese di assicurazione giapponesi (GIA) ha registrato richieste di risarcimento per 3,5 miliardi di dollari, mentre la stima dei danni economici complessivi è compresa  tra i 22 miliardi e i 42 miliardi di dollari.

La fondamentale evidenza  derivante dal terremoto di Kumamoto è che gli edifici, pur costruiti utilizzando i severi  standard previsti  dalla legislazione giapponese, non riescono a resistere a due o più scosse di gravissima entità.
Infatti, molti edifici che hanno resistito alla prima scossa del 14 aprile sono poi crollati nelle corso delle scosse successive, causando morti e feriti.