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🇮🇹 Previdenza complementare

COVIP: I DATI DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE IN ITALIA AL 30 GIUGNO 2016

β€œLa previdenza complementare. Principali dati statistici. Secondo trimestre 2016”


COVIP – COMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI PENSIONE
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COVIP ha recentemente pubblicato i principali dati statistici relativi alla previdenza complementare in Italia nel 1° semestre dell’anno in corso.

Alla fine dello scorso giugno, le adesioni alla previdenza complementare erano circa 7,5 milioni; al netto delle uscite, la crescita nel primo semestre dell’anno è stata di circa 280.000 unità (3,9%).

Gli iscritti ai fondi negoziali sono saliti di circa 110.000 unità (4,6%), attestandosi a fine giugno a quota 2,529 milioni; l’aumento è quasi esclusivamente da attribuire alle adesioni relative al Fondo Prevedi, che ha posto in essere un meccanismo di adesione automatica di tipo contrattuale; anche il Fondo Perseo Sirio ha registrato un incremento significativo delle adesioni.

Gli iscritti ai fondi aperti sono aumentati di 50.000 unità (4,5%), per un totale a fine giugno di circa 1,2 milioni.

Nei PIP “nuovi” le adesioni erano 2,714 milioni, circa 120.000 unità in più (4,6%) nel semestre, confermando i segnali di rallentamento del trend di crescita già osservati nel 2015.

Alla fine del semestre, il patrimonio accumulato dalle forme pensionistiche complementari si è attestato a 143,7 miliardi di euro, in aumento di 2,6 punti percentuali rispetto alla fine del 2015.
Le risorse dei fondi negoziali ammontano a 44,1 miliardi, in crescita del 3,6%. I PIP “nuovi” dispongono di un patrimonio di 21,6 miliardi e i fondi aperti di 16 miliardi; l’incremento dall’inizio dell’anno è stato, rispettivamente, del 7,6% e del 3,6%.

I risultati economici delle forme pensionistiche complementari hanno risentito dell’andamento contrastato dei mercati finanziari nel corso del primo semestre dell’anno. Le turbolenze hanno interessato soprattutto i titoli azionari; non ne hanno risentito i corsi obbligazionari, continuando a beneficiare dell’orientamento espansivo delle politiche monetarie adottate dalle banche centrali.

I rendimenti medi aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, si sono attestati all’1% nei fondi negoziali; risultati più elevati si sono osservati nelle linee a maggior contenuto obbligazionario e anche in quelle bilanciate; il rendimento dei comparti azionari è stato negativo.

Nei fondi aperti e nei PIP “nuovi” di ramo III, caratterizzati in media da una maggiore esposizione ai titoli di capitale, i rendimenti medi aggregati sono stati negativi: rispettivamente, -0,4% e -2,1%.

A livello di tipologia di linea di investimento, solo i comparti obbligazionari e garantiti hanno conseguito risultati positivi.

Nel primo semestre del 2016 il TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dello 0,6%.