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CALAMITÀ NATURALI IN AUMENTO NELLA PRIMA METÀ DEL 2016: MUNICH RE

“Natural catastrophes in the first half year of 2016” - DOCUMENTO “Loss review for the first half of 2016: Storms and earthquakes drive losses up” – PRESS RELEASE 12.07.2016


MUNICH RE
https://www.munichre.com


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Munich Re ha pubblicato i dati sui danni da calamità naturali nel mondo, in riferimento al primo semestre 2016.

I danni conseguenti  a eventi catastrofali sono in forte crescita nel periodo considerato: sono risultati pari a 70 miliardi di dollari, contro 59 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Rispetto al totale, 27 miliardi sono danni assicurati (erano 19 miliardi nel 1° semestre del 2015).

L’importo complessivo dei danni economici causati da calamità naturali si è rivelato superiore alla media a trent’anni (63 miliardi) e inferiore alla media a dieci anni (92 miliardi), mentre l’importo dei danni assicurati è risultato  in linea con la media a dieci e superiore a quella a trent’anni (15 miliardi).

Nei primi sei mesi dell’anno in corso vi sono state 3.800 vittime di calamità naturali, un numero significativamente inferiore a quello del 1° semestre 2015 (21.000).

Le calamità naturali più rilevanti sono rappresentate dai due terremoti che hanno colpito in aprile l’isola giapponese di Kyushu, con danni stimati in 25 miliardi di dollari (dei quali, 8 miliardi  risultavano assicurati).

Il semestre è stato inoltre caratterizzato dagli effetti del "Niño", il quale ha contribuito sia al verificarsi dei giganteschi incendi che hanno colpito, i primi di maggio, le foreste del Canada (3,6 miliardi di danni)  sia delle tempeste che hanno interessato il Texas.

Anche l’Europa, in particolare la Germania, è stata colpita -  in tarda primavera -  da  considerevoli fenomeni atmosferici, con "bombe d’acqua" che hanno si sono rovesciate sulle regioni del Baden-Württemberg e della Baviera.
La medesima perturbazione ha anche colpito la regione di Parigi: la Senna ha  raggiunto i livelli record degli ultimi decenni, pur rimanendo due metri sotto il limite della storica esondazione del 1910 ("la grande crue").