Panorama Assicurativo Ania

🇮🇹 Welfare

I GIOVANI E LA PREVIDENZA: UN’INDAGINE ADOC/EU.R.E.S./FORUM ANIA-CONSUMATORI

“Sei sicuro? Consapevolezza e sensibilità dei giovani in materia di risparmio, investimenti e previdenza”


ADOC-ASSOCIAZIONE DIFESA ORIENTAMENTO CONSUMATORI
http://www.adocnazionale.it

EU.R.E.S.-RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI
http://www.eures.it/

FORUM ANIA CONSUMATORI
http://www.forumaniaconsumatori.it/


ADOC Link al REPORT


 

ADOC ha recentemente presentato i risultati di un’indagine campionaria sul tema del rapporto tra i giovani e i temi previdenziali. L’iniziativa è stata realizzata da EU.R.E.S. – Ricerche Economiche e Sociali nell’ambito del programma di ricerca “Gli scenari del welfare”, promosso dal Forum ANIA-Consumatori.
Un apposito questionario è stato sottoposto a un campione di circa 500 giovani di età compresa tra i 18 e 35 anni, residenti in tutto il territorio nazionale.
Da quanto emerge dall’indagine, l’approccio dei giovani rispetto al futuro è denso di preoccupazioni e incertezze, sia economiche sia sociali e sanitarie.

Impensieriscono le prospettive nell'ambito della salute, delle pensioni e del reddito: circa 8 giovani su 10  (il 77,1%) si dichiarano infatti “molto o piuttosto preoccupati” sia  per la diminuzione del benessere sia per la propria situazione previdenziale e pensionistica (77,3%); oltre l’84% degli intervistati, inoltre,  esprime un elevato livello di preoccupazione per il lavoro.

L’aspetto reddituale gioca un ruolo chiave: il valore delle entrate mensili degli intervistati è pari a 787 euro, poco meno di 10.000 euro l’anno, mentre oltre un terzo dispone di meno di 500 euro al mese.

Il basso livello del reddito pesa molto anche sul fattore risparmio: il campione intervistato riesce a risparmiare solo il 17,3% delle proprie entrate, pari a 136 euro mensili (ovvero oltre 1.600 euro in un anno), anche se solo il 30,8% degli intervistati dichiara di non risparmiare. Chi riesce a mettere da parte qualcosa, seppure in misura minima, lo fa principalmente per garantirsi un futuro migliore (49%) o per far fronte a situazioni di difficoltà (41,2%).

Dal punto di vista sanitario, il 67,2% del campione ha dichiarato di aver usufruito negli ultimi tre anni del Sistema Sanitario Nazionale, ma l’ampia maggioranza dei giovani ritiene che il sistema pubblico andrebbe coadiuvato da altre forme assistenziali (mutue) o assicurative (polizze infortuni o fondi sanitari), al fine di garantire al cittadino ogni prestazione sanitaria richiesta.

Per quanto riguarda le pensioni, nonostante la riforma “Fornero” abbia spostato significativamente in avanti la soglia pensionabile (pari attualmente a 66 anni e 7 mesi), e nonostante tale limite sia destinato ad aumentare negli anni per effetto dell’adeguamento alle aspettative di vita, circa un quarto degli intervistati (il 24,3%) ritiene che potrà andare in pensione prima dei 65 anni. La quota prevalente del campione (il 37,8%) ipotizza un termine della vita lavorativa in linea con le attuali aspettative pensionistiche, indicando un’età pensionabile compresa tra i 65 e i 70 anni, mentre un significativo 38% proietta ancora oltre la propria età pensionabile, immaginando che lavorerà anche dopo i 70 anni.

Passando ad analizzare il cosiddetto “tasso di sostituzione” (ovvero il valore della pensione netta in termini percentuali rispetto all’ultimo stipendio netto) circa la metà del campione “informato” (ossia che conosce le modalità dell’attuale sistema di calcolo pensionistico, pari al 62% degli intervistati) prevede un tasso di sostituzione compreso tra il 50 e il 74%; elevata risulta tuttavia la quota dei “pessimisti” (pari al 37,3%), convinti che la propria pensione coprirà meno del 50% dell’ultimo stipendio percepito. Entrando nel merito del valore della pensione, la quota prevalente degli intervistati (37%) ipotizza un importo mensile compreso tra 500 e 800 euro; soltanto per il 19,6% la pensione percepita potrà consentire un adeguato livello di benessere, a fronte dell’80,4% di giovani convinto che il sistema previdenziale sarà in grado di garantire “poco” (42,7%) o “per niente” (37,7%) un adeguato livello di benessere ai futuri pensionati.

E’ significativo che oltre 7 giovani su 10 (il 72,6%) ritengano utile avviare un piano di pensione integrativa/complementare (di questi il 25,7% ritiene tale operazione “molto utile” e il 46,9% “abbastanza utile”), anche se il 60% dichiara di non sentirsi completamente informato su tali forme di previdenza. Con la conseguenza che solo il 28,3% ha avviato una forma previdenziale integrativa.