GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI SONO PROCICLICI? BANCHE, FONDI COMUNI, ASSICURAZIONI E FONDI PENSIONE A CONFRONTO
“Cyclical investment behavior across financial institutions”
Yannick TIMMER
SSRN – SOCIAL SCIENCE RESEARCH NETWORK
http://ssrn.com
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Nel Paper, l’Autore analizza le caratteristiche di ciclicità dei comportamenti di investimento di banche, fondi comuni, imprese di assicurazione e fondi pensione.
Per verificare se le istituzioni finanziarie in questione hanno un effetto prociclico o, al contrario, stabilizzante sui mercati finanziari, utilizza una banca dati sui singoli titoli fornita dalla Deutsche Bundesbank per un periodo che va dal 2005 alla fine del 2014. Per ogni singolo titolo, la banca dati fornisce informazioni sull’ammontare detenuto da ogni categoria di investitori considerata.
L’analisi consente di rilevare che le banche e i fondi comuni di investimento tendono a seguire comportamenti prociclici, acquistando nelle fasi in cui i prezzi dei titoli sono in aumento e vendendo quando i prezzi sono in discesa.
Assicurazioni e fondi pensione, per contro, risultano svolgere meno frequentemente attività di trading sul mercato finanziario e, in ogni caso, denotano un comportamento anticiclico.
L’Autore trova la ragione di queste differenze di comportamento nelle diverse strutture delle passività delle istituzioni finanziarie considerate: per banche e fondi comuni, la struttura del passivo rende vulnerabili a fenomeni di “run”, ossia di richieste simultanee di liquidazione da parte della collettività dei clienti, mentre il passivo di assicurazioni e fondi pensione è più stabile e meno sensibile al variare delle condizioni economiche e finanziarie generali.
L’analisi evidenzia che il comportamento di investimento delle diverse istituzioni finanziarie considerate dipende anche dalla rischiosità del Paese dell’emittente il titolo. Pertanto, nei Paesi che sono caratterizzati dalla forte presenza di banche e fondi comuni come investitori istituzionali, i mercati finanziari denotano maggiore volatilità e risultano più vulnerabili in caso di peggioramento delle condizioni economico-finanziarie complessive.