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BANKITALIA: GLI INVESTIMENTI IN TITOLI DI STATO ITALIANI NEL 2015

Bollettino Economico, n. 1, gennaio 2016


BANCA D’ITALIA
www.bancaditalia.it


Link al BOLLETTINO ECONOMICO


Nel Bollettino Economico n. 1/2016 di Banca d’Italia è contenuto un interessante riquadro che descrive gli investimenti in titoli pubblici italiani nel corso del 2015.
Si riportano, di seguito, le principali informazioni ivi contenute.

Nel 2015 significativi acquisti di titoli pubblici italiani sono stati effettuati dalla Banca d’Italia, che dallo scorso marzo interviene sul mercato secondario in attuazione del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema. In tale ambito, alla fine dello scorso dicembre la Banca d’Italia aveva acquistato titoli per un ammontare pari a circa 73 miliardi di euro e con vita media residua attorno ai nove anni.

Sono nel contempo proseguiti anche gli acquisti degli investitori esteri, che hanno continuato a manifestare un forte interesse per i titoli italiani, come nel 2014. È invece diminuita la consistenza di titoli detenuta dalle famiglie, che hanno progressivamente riequilibrato i portafogli in favore del risparmio gestito. Quest’ultimo, in un confronto internazionale, rimane tuttavia relativamente sottorappresentato nei portafogli delle famiglie italiane, soprattutto per quanto riguarda i fondi comuni di investimento.

Per effetto degli andamenti sopra descritti, sono aumentate le quote dei titoli pubblici italiani detenuti dalla Banca d’Italia (di 2,3 punti percentuali, all’8% alla fine di settembre) e dagli investitori non residenti (di 1,0 punti percentuali, al 39,1%).

Al netto dei titoli in possesso dell’Eurosistema (esclusa la Banca d’Italia) e di gestioni e fondi comuni esteri riconducibili a investitori italiani, la quota dei non residenti alla fine del terzo trimestre si attestava, secondo stime basate sui dati Assogestioni e BCE, al 29,7%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto alla fine del 2014. Sono invece diminuite le quote delle banche residenti (di 0,6 punti percentuali) e soprattutto quelle delle famiglie (di 2,7 punti percentuali). Un lieve incremento (di 0,5 punti percentuali) si è registrato per le assicurazioni italiane, passate dal 15,5% al 16%.

In una prospettiva di più lungo periodo, la percentuale di titoli pubblici italiani detenuta dagli investitori esteri (calcolata al netto dei titoli in possesso dell’Eurosistema, nonché delle gestioni e dei fondi comuni esteri riconducibili a risparmiatori italiani) è inferiore di 12 punti percentuali al livello prevalente prima della crisi del debito sovrano, sebbene sia aumentata di circa 4 punti dal minimo toccato nella prima metà del 2012. La quota di titoli pubblici detenuti dalle banche italiane, che era aumentata durante la crisi del debito sovrano come avvenuto in altri Paesi, si è significativamente ridotta (di 3,7 punti percentuali) rispetto al picco raggiunto alla metà del 2013; quella delle famiglie italiane è in calo dal 2009.