Panorama Assicurativo Ania

🌎 Calamità naturali

E’ PARI A 1.300 MILIARDI DI DOLLARI IL “PROTECTION GAP” PER IL RISCHIO CAT NAT: SWISS RE

“Closing the protection gap. Disaster risk financing: Smart solutions for the public sector”


SWISS RE
www.swissre.com


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Su scala mondiale, la mancata copertura assicurativa (protection gap) del rischio di calamità naturali (terremoti, uragani, alluvioni e siccità) è quantificabile in 1.300 miliardi di dollari: lo stima Swiss Re, nella pubblicazione “Disaster Risk Financing: Smart Solutions for the Public Sector”, presentata in occasione dei meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale svoltisi recentemente a Lima (Perù). La stima tiene conto della differenza tra le perdite economiche totali conseguenti alle calamità naturali e i danni assicurati per tali eventi.

Il gap, negli ultimi quarant'anni, è cresciuto in maniera costante e riguarda in particolare, anche se non esclusivamente, i Paesi emergenti.

Le finanze pubbliche sono destinate a subire un impatto significativo dall’ampliarsi del protection gap. Infatti, nella maggioranza dei casi, rimangono a carico dello Stato i costi di intervento immediato post-calamità, i costi di salvataggio e quelli di ricostruzione delle infrastrutture.
Spesso, inoltre, in assenza di un sistema di assicurazione delle calamità naturali, le istituzioni statali sono chiamate a garantire la ricostruzione e la ripresa economica di intere comunità.

La mancanza di assicurazione implica una minore capacità di resistenza dei sistemi economici di fronte a shock esterni. E questo è paradossale nella misura in cui il sistema assicurativo e finanziario, negli ultimi anni, ha elaborato numerosi strumenti per gestire le conseguenze dei fenomeni naturali.

Si tratta, allora, in primo luogo, di promuovere -  da parte delle Autorità pubbliche -  un mercato assicurativo efficiente, che sia in grado di dare garanzie a privati e imprese.

In secondo luogo, è importante attivare - a livello pubblico -  investimenti in misure e strumenti di prevenzione, che contribuiscano a ridurre l’impatto economico degli eventi catastrofali.

Come ultimo step, dopo l’adozione delle due precedenti strategie, rimane l’intervento statale diretto, per far fronte a eventuali sinistri residuali e danni non coperti.

La pubblicazione dedica alcuni capitoli di approfondimento all’esperienza di paesi come il Messico, l’Uruguay, i paesi del Centro–America, quelli caraibici e alcuni paesi africani, che hanno adottato tecniche assicurative e finanziarie per gestire al meglio i rischi di calamità naturale.