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🇮🇹 Risparmio

CENTRO EINAUDI-INTESA SAN PAOLO: INDAGINE SUL RISPARMIO DEGLI ITALIANI 2015

“Indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2015. Risparmiatori, classe media: si torna a guardare al futuro”

Giuseppe RUSSO (a cura di)


CENTRO DI RICERCA E DOCUMENTAZIONE “LUIGI EINAUDI”
http://www.centroeinaudi.it

INTESA SAN PAOLO
http://www.group.intesasanpaolo.com


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Centro Einaudi, in collaborazione con Intesa San Paolo, ha presentato i risultati dell’indagine 2015 sul risparmio degli italiani (1).

Nell’anno in corso si è ridotta l’incertezza che ha caratterizzato i comportamenti delle famiglie in questi ultimi anni. Tuttavia, cautela e prudenza prevalgono ancora, in quanto i riflessi della ripresa economica non si sono ancora  riverberati  sulle aspettative delle famiglie.

Il contributo maggiore al potere d’acquisto è stato dato nel 2014 dall’andamento dei mercati finanziari e da un aumento (+9%) del rendimento totale della ricchezza finanziaria nel 2014 (e +3% nei soli primi quattro mesi del 2015).

Quanto al reddito, nel 2014 si è quasi del tutto arrestata la tendenza a dichiararlo in calo, anche se è aumentata la percentuale, tra il 2014 e il 2015, di coloro che dichiarano di avere un reddito “appena sufficiente”.

Gli italiani intervistati si confermano un popolo di risparmiatori anche di fronte alle difficoltà economiche: ben il 62% dichiara che il risparmio è indispensabile o molto utile.

I motivi principali per risparmiare sono di carattere precauzionale (48%), legati alle necessità future dei figli (23%), alla vecchiaia (19%) e alla casa (9%).

Solo una quota molto limitata delle famiglie dichiara di avere aspettative pensionistiche positive (il saldo tra giudizi di sufficienza e non sufficienza rispetto al reddito futuro atteso è pari solo al 18% del campione). Elemento al quale si aggiunge la quota relativamente ridotta di intervistati che dichiara di avere sottoscritto una forma di previdenza complementare collettiva o individuale (13%).

D’altra parte, cresce la percentuale delle famiglie che si affida al risparmio gestito, passata dal 9% del 2013 al 12% del 2015.

Una sezione di approfondimento della ricerca è dedicata al ceto medio e alla sua evoluzione in questi anni di crisi.

Secondo gli Autori, le famiglie che fanno parte del ceto medio (definito come coloro che hanno un reddito tra il 75% e il 125% del reddito mediano per classe di età di appartenenza)  sono il 38,5% del totale, in caduta rispetto al 57,1% del 2007. Nel periodo della crisi, circa 3 milioni di famiglie (7 milioni di cittadini) hanno cessato di appartenere alla classe media.

La crisi non solo ha fermato l’ascesa sociale verso la classe media ma, per la prima volta dal secondo dopoguerra, una generazione di middle class dichiara di aver fatto un passo indietro rispetto ai propri genitori.

Tuttavia, la crisi ha significato anche un ripensamento complessivo dei modelli di consumo del ceto medio, privilegiando l’investimento sul futuro dei propri figli e sulla propria sicurezza.

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(1) L’indagine si basa su interviste effettuate a un campione rappresentativo di 1.076 famiglie detentrici di conto corrente bancario e/o postale tra gennaio e febbraio 2015. E’ stato poi creato un sovra-campionamento di 718 persone, per analizzare i comportamenti del ceto medio.
Per il precedente, si veda: “Indagine sul risparmio degli italiani nel 2014. Welfare integrativo: ‘vorrei ma non posso’ ”, in Panorama Assicurativo n. 130, agosto 2014 (sezione “Statistiche”).
http://www.panoramaassicurativo.ania.it/admin/plugin/panorama/view.html?id=35987&est=1