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GLI ITALIANI E LE PENSIONI: TRA ILLUSIONI, DELUSIONE E DISINFORMAZIONE. UN PAPER DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

“Pension expectations and reality. What do Italian workers know about their future public pension benefits?” Working Paper Series DSE n. 1007

Massimo BALDINI, Carlo MAZZAFERRO, Paolo ONOFRI


UNIVERSITA’ DI BOLOGNA, DIPARTIMENTO DI ECONOMIA
http://www.dse.unibo.it/it


Link al PAPER


Il sistema pensionistico italiano è stato sottoposto, negli ultimi venti anni, a una ampia serie di riforme, generalmente volte a garantirne la sostenibilità nel lungo termine. Alla luce dei numerosi cambiamenti normativi intervenuti, è interessante verificare come si sono modificate le aspettative degli italiani in merito al livello delle pensioni cui hanno diritto e alla prevedibile età di pensionamento. Nel paper in esame, sulla base di un'indagine periodica di Bankitalia, si mostra come molti lavoratori non siano in grado di prevedere correttamente la loro futura posizione pensionistica, con implicazioni negative in termini di decisioni di risparmio.

L’evoluzione delle aspettative pensionistiche delle famiglie italiane tra il 2000 e il 2012 - un periodo caratterizzato da profonde riforme del sistema previdenziale - sono oggetto di analisi nel paper qui presentato.

Lo studio si basa sui dati dell’indagine di Bankitalia su reddito e ricchezza delle famiglie e pone a confronto le aspettative dei cittadini sul futuro reddito pensionistico e il livello delle prestazioni ottenibili in base alle regole vigenti.

Dal 2000, infatti, nell’ambito dell’indagine in questione, è richiesta agli intervistati sia una valutazione del tasso di copertura previdenziale (ossia la percentuale della pensione futura rispetto all’ultimo reddito lavorativo), sia una stima dell’età di pensionamento.
Sulla base di tali indicazioni viene calcolato il livello atteso di ricchezza previdenziale (ossia il valore attualizzato dei flussi pensionistici).

Nel 2000, il tasso atteso di copertura pensionistica era pari al 72,5% del reddito, mentre l’età attesa di pensionamento era di 61,6 anni. Dodici anni più tardi, il tasso atteso di pensionamento era diminuito al 62,3%, mentre l’età attesa di pensionamento era di 65,1 anni.

Il livello effettivo delle pensioni a seguito delle riforme approvate nel periodo, sempre espresso dal tasso effettivo di copertura pensionistica, è rimasto sostanzialmente invariato, passando dal 62,8% nel 2000 al 62,7% nel 2012.

In altre parole, si è verificata una correzione progressiva delle aspettative pensionistiche, arrivando quasi all’uguaglianza tra aspettative e livello effettivo della copertura previdenziale (con una propensione, anzi, a sottovalutare quest’ultimo).

Emerge, inoltre, la tendenza a trascurare l’effetto di un rinvio del pensionamento in termini di valorizzazione dell’assegno previdenziale.

Il livello atteso di ricchezza previdenziale, infine, risulta nel decennio in questione notevolmente diminuito.

Al termine di un periodo complesso e denso di riforme, dunque, molti lavoratori non sono ancora in grado di valutare correttamente non tanto il livello della pensione quanto l’importanza di comportamenti - quali appunto il rinvio del pensionamento - nelle scelte di carattere previdenziale.