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🇪🇺 Reddito, Povertà

EUROSTAT PUBBLICA “LIVING CONDITIONS IN EUROPE - 2014 EDITION” (DATI 2012)

Living conditions in Europe - 2014 Edition


EUROSTAT
http://ec.europa.eu/eurostat


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EUROSTAT ha pubblicato l’edizione 2014 di una raccolta di statistiche relative alle condizioni di vita in Europa (EU-28 e paesi EFTA) e ai fattori socio-economici che possono influenzarle.
Il documento riporta, in prevalenza, dati riferiti al 2012(1) ed è articolato in cinque capitoli:   

  • diseguaglianze sociali e povertà;
  • reddito insufficiente ed effetti sullo stile di vita;
  • qualità delle condizioni abitative;
  • interazioni tra stile di vita e fattori socioeconomici fondamentali (quali occupazione e stato di salute);
  • povertà ed esclusione sociale fra i minori.

Aspetti economici, reddito, povertà
Il dato relativo al “reddito mediano equivalente disponibile” (in termini reali) risulta caratterizzato da considerevoli differenze nel confronto tra i differenti paesi e in flessione in molte realtà nazionali. Ne sono esempio: Grecia (-16,0%, il calo più consistente), Bulgaria (-5,1%), Irlanda (-4,4%), Spagna (-4,2%), Portogallo (-4,4%), Romania (-4,9%), Italia (-2,5%). Per contro, aumenti considerevoli sono stati registrati in Slovacchia (+5,5%) e in Lituania (+8%).
In linea di principio, il reddito mediano equivalente disponibile risulta più elevato nei paesi del nord Europa, dell’Europa occidentale e a Cipro; per contro, i valori più bassi sono stati riscontrati nell’Europa dell’est e nei paesi baltici.

Il grado di diseguaglianza economica nella distribuzione del reddito - misurato attraverso il Coefficiente di Gini(2) -, indica una media pari a 30,6 per i 28 paesi UE. Maggiori disparità (dati pari o superiori a 33,6) sono stati rilevate in Lettonia, Spagna, Portogallo, Grecia e Bulgaria. Per contro, il dato è risultato sotto la media europea (circa 25,0) in Olanda, Slovacchia, Repubblica Ceca, Svezia, Slovenia, Islanda, Norvegia.  

Nel 2012, almeno un cittadino europeo su quattro (circa 125 milioni di persone, il 24,8% della popolazione nella EU-28) risultava “a rischio di povertà e/o di esclusione economica”; in particolar modo si tratta di donne, giovani, disoccupati, individui caratterizzati da basso tasso di scolarizzazione, nuclei familiari monoreddito con figli a carico.
Le diverse forme di sostegno economico (“social transfers”, pensioni escluse) nei confronti di tali categorie a rischio ha comunque permesso di abbassare la percentuale al 16,9%.
L’11,2% degli europei (EU-28) ha destinato alle spese per l’abitazione una quota superiore al 40% del reddito familiare disponibile.

Con riferimento ai minori, infine, il rischio di povertà e/o esclusione sociale aumenta se la famiglia di appartenenza è caratterizzata da un basso grado di scolarizzazione (6 casi su 10). La quota di minori con genitori poco scolarizzati a rischio povertà varia tra il 39,5% del Portogallo e il 90,2% di Slovacchia e Bulgaria.

Aspetti sanitari, salute 
Nel 2012, il 68% della popolazione europea (di età pari o superiore a 16 anni) ha dichiarato di trovarsi in condizioni di buona salute, contro un 10% che ha evidenziato una situazione opposta. E’ degno di nota il fatto che il 2,2% degli europei abbia indicato nell’elevato costo delle prestazioni sanitarie il principale fattore che rende difficile l’accesso alle cure. Su scala nazionale, tale percentuale è superiore al 5% in Bulgaria, Grecia, Romania e Lettonia.

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(1) FONTE: Statistics on Income and Living Conditions” (EU-SILC), “Household Budget Survey” (HBS).

(2) Coefficiente di Gini: il range dei valori è compreso tra “0” (perfetta eguaglianza nella distribuzione del reddito) e 100 (massima diseguaglianza).