🇳🇿 Calamità naturali

PICCOLI TERREMOTI, GRANDI DANNI: IL CASO DEL SISMA DI CHRISTCHURCH, NUOVA ZELANDA

“Small quakes, big Impact. Lessons learned from Christchurch”

Balz GROLLIMUND

La città di Christchurch in Nuova Zelanda, colpita il 4 settembre 2010 e il 22 febbraio 2011 da due terremoti (un terzo, meno grave, è accaduto nel giugno 2011), non era considerata, dal punto di vista sismico, un’area ad elevato rischio. La scossa del 22 febbraio 2011, tecnicamente di assestamento, ha provocato un impatto economico molto più devastante del primo terremoto. Per il sisma del febbraio 2011, infatti, è stato stimato un costo economico pari a 21,2 miliardi di dollari statunitensi (costo che aumenta a 31,6 miliardi considerando anche gli altri due eventi).

Il Report Swiss Re considera in particolare il secondo terremoto, valutando gli aspetti peculiari di quello che si è rivelato, dal punto di vista assicurativo, uno degli eventi sismici più gravi degli ultimi cinquanta anni.

L’epicentro del terremoto si è verificato molto vicino al business district di Christchurch e questa è stata la prima causa degli enormi danni economici.

Inoltre, nel caso in esame si è verificato il fenomeno della "liquefazione del suolo", che consiste nella parziale o totale perdita di consistenza di grandi porzioni di territorio, con il conseguente venir meno della stabilità di tutto quanto edificato. Per di più, la liquefazione rende necessaria - una volta abbattuti gli edifici - un complesso e costoso lavoro di consolidamento del suolo stesso.

Altri impatti significativi sono derivati dalle interruzioni di attività e dalla carenza di esperti assicurativi nei momenti successivi al terremoto, per la valutazione dei danni e per il risarcimento degli stessi.

Casi simili a quello verificatosi in Nuova Zelanda potrebbero accadere in aree simili dal punto di vista geologico, non particolarmente esposte al rischio sismico ma con un’elevata concentrazione economica e assicurativa, come ad esempio l’area di Sydney, di Vancouver o di Singapore.