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🇮🇹 Welfare, Long-term care

IL FUTURO “GRIGIO” DEI GIOVANI IN UN PAESE CHE INVECCHIA: CENSIS E FONDAZIONE GENERALI

“Oggi giovani precari, domani anziani poveri: il 65% andrà in pensione con meno di mille euro”


CENSIS - CENTRO STUDI INVESTIMENTI SOCIALI
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CENSIS ha presentato recentemente i risultati di una ricerca, svolta in collaborazione con Fondazione Generali, sul tema del welfare per le persone non autosufficienti.

Il CENSIS stima che il 65% dei giovani occupati dipendenti, di età compresa fra i 25 e i 34 anni, avrà una pensione sotto i 1.000 euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti, considerando l'abbassamento dei tassi di sostituzione. E la previsione riguarda i più «fortunati», ossia i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. Se la tendenza odierna sarà confermata in futuro, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani.

Solo il 35% degli italiani ha paura di invecchiare: il 15% combatte gli effetti dell'invecchiamento e il 20% si rassegna. Il 65%, invece, non teme l'invecchiamento: perché lo considera un fatto naturale (53%) o perché pensa che invecchiando si migliora (12%).
A far paura è la perdita di autonomia. Pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l'insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza. E il 54% degli anziani fa coincidere la soglia di accesso alla vecchiaia proprio con la perdita dell'autosufficienza, il 29% con la morte del coniuge e il 24% con il pensionamento. La fragilità legata all'invecchiamento terrorizza i giovani.

In casa propria, accuditi dai familiari o da una badante: è questo oggi, in Italia, il modello di assistenza agli anziani non autosufficienti. Le badanti sono più di 700.000 (di cui 361.500 regolarmente registrate presso l'INPS con almeno un contributo versato nell'anno) e costano 9 miliardi di euro all'anno alle famiglie. Finora il modello ha funzionato; per il futuro però potrebbe non essere più un servizio low cost. Sono 120.000 le persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante per ragioni economiche.

Oggi le residenze per anziani (case di riposo e simili) non piacciono agli italiani. Sono ospiti di strutture residenziali 200.000 anziani non autosufficienti, mentre 2,5 milioni vivono in famiglia, in casa propria o di parenti. Le residenze per anziani oggi non hanno appeal perché sono solo parcheggi per vecchi che provocano malinconia. Ma 4,7 milioni di anziani sarebbero favorevoli a vivere presso tali residenze se la loro qualità migliorasse.
Il 55%  pensa che una buona residenza per anziani debba garantire l'accesso rapido alle cure sanitarie e infermieristiche in caso di bisogno, per il 36% deve mostrare una sensibilità speciale per il lato umano degli ospiti, per il 27% deve favorire l'apertura verso l'esterno con attività alle quali possano accedere anche persone non ricoverate, per il 23% deve disporre di spazi comuni in cui realizzare attività ricreative che incoraggino le relazioni tra gli ospiti.

La sintesi della ricerca è pubblicata sul sito CENSIS. Viene richiesta una registrazione.