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🌎 Calamità naturali

NEL 2013 CALANO VITTIME, FREQUENZA E COSTI DELLE CALAMITÀ. REPORT CRED

“Annual Disaster Statistical Review 2013. The numbers and trends” CRED - Centre for Research on the Epidemiology of Disasters

Debarati GUHA-SAPIR, Philippe HOYOIS, Regina BELOW


UNIVERSITE CATHOLIQUE DE LOUVAIN
http://cred.be


Link al REPORT


L’ultima edizione dell’Annual Disaster Statistical Review del CRED (*) evidenzia che, nel 2013, il numero di disastri naturali (330) è stato nettamente inferiore alla media del decennio (388). Per individuare un dato simile occorre risalire al 1999.
Il minore numero di eventi censiti sarebbe riconducibile a una minore frequenza di calamità di natura climatica e idro-geologica.

Ciò nonostante, il numero delle vittime è stato comunque rilevante (21.610), pur se ampiamente al di sotto – anche in questo caso – della media annua del periodo 2003-2012 (106.654).
Anche gli oneri finanziari conseguenti sono diminuiti rispetto ai valori medi, attestandosi a 118,6 miliardi di dollari (93,6 miliardi di euro).

La più alta concentrazione di disastri nell’anno si è registrata in Cina, dove si sono verificate 17 fra alluvioni e frane, 15 tempeste, 7 terremoti, siccità e un periodo di temperature molto alte.

Fra i 10 paesi più colpiti nel 2013, 5 risultano classificati dalla Banca Mondiale fra le economie a reddito basso o medio. In questi cinque paesi è concentrata anche la più alta mortalità derivante da calamità naturali (88% del totale delle vittime).

I due eventi che hanno prodotto il più elevato numero di decessi sono l’uragano Hiyan nelle Filippine (7.354) e le alluvioni di origine monsonica in India (6.054).

Le alluvioni sono state la tipologia di calamità che ha mietuto il maggior numero di vittime nell’anno (9.819), seguite dalle tempeste (8.583).

L’evento più costoso è stata l’alluvione che ha colpito il sud e l’est della Germania, con danni per 12,9 miliardi di dollari (10,2 miliardi di euro).

L’ultimo capitolo del report illustra le calamità naturali del 2013 classificandole su base territoriale, presentando un’analisi per ciascuno dei continenti. Quello maggiormente colpito è stata l’Asia con il 40,7% degli eventi, seguita dalle Americhe con il 22,2% e l’Europa con il 18,3%. Stessa graduatoria – ma con quote diverse – vale per la distribuzione geografica degli oneri conseguenti ai  danni provocati.

Diversa è la distribuzione geografica delle vittime: il 90% si è concentrato in Asia, seguito dal 5% in Africa.

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(*) CRED – Centre for Research on the Epidemiology of Disasters – è un centro di ricerca dell’Università di Lovanio (Belgio) che si occupa di studi in materia di calamità e conflitti - con particolare riguardo alle implicazioni per la salute delle popolazioni -, allo scopo di migliorare la preparazione e la capacità di risposta delle istituzioni in caso di emergenze umanitarie. Ha sede a Bruxelles, dove è stato fondato nel 1973.