Panorama Assicurativo Ania

🇮🇹 Fondi comuni di investimento

UNA FOTOGRAFIA DELLA DOMANDA DI FONDI COMUNI IN ITALIA. QUADERNO ASSOGESTIONI

“I sottoscrittori di fondi comuni italiani. Aggiornamento al 2013” Quaderno di Ricerca 2/2014

Alessandro ROTA, Riccardo MORASSUT


ASSOGESTIONI – ASSOCIAZIONE DEL RISPARMIO GESTITO
http://www.assogestioni.it


Link al QUADERNO DI RICERCA


Il Quaderno Assogestioni n. 2/2014 analizza, dal lato della domanda, il mercato dei fondi comuni di investimento in Italia nel periodo 2002 – 2013. Lo studio si basa sulla banca dati dei sottoscrittori gestita dall’Associazione e sui dati dell’indagine Banca d’Italia sul risparmio delle famiglie, analizzando le principali variabili di carattere demografico, sociale ed economico che influenzano la domanda di fondi comuni da parte delle famiglie italiane.

Tra i principali risultati emerge che, negli anni, l’incidenza del numero dei sottoscrittori sul totale della popolazione italiana residente si è pressoché dimezzata, passando da quasi il 17% del 2002-2003 al 9% dell’ultimo biennio.

Con riguardo alla distribuzione del patrimonio, emerge un’elevata concentrazione nei quartili più elevati: più di mezzo milione di soggetti (il 10%) detiene più della metà del patrimonio complessivo; il 30% dei sottoscrittori di importi più modesti (oltre un milione e mezzo di individui) investe al massimo circa 5.000 euro.

L’incidenza dell’investimento ii fondi azionari e bilanciati ha subito una progressiva erosione: a fine 2013, rispettivamente, meno del 12% e del 3% dei sottoscrittori concentrava i propri investimenti su questi due segmenti, mentre è cresciuta la quota dei fondi flessibili e obbligazionari.

Per quanto riguarda le modalità di sottoscrizione, il 70% dei risparmiatori sceglie il versamento unico (Pic); tuttavia, nel corso degli anni il numero di sottoscrittori che ha fatto ricorso in via esclusiva ai piani di accumulo (Pac) è cresciuto e rappresenta, a fine 2013, il 20%.

La maggior parte dei sottoscrittori di fondi acquista le quote attraverso il canale bancario (85-90%), mentre gli altri si affidano alle reti di promotori finanziari.