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EUROSTAT: IL PIL PROCAPITE NELLE REGIONI DELL’UE-28 (2011)

Regional GDP : GDP per capita in the EU in 2011. Seven capital regions among the ten most prosperous


EUROSTAT
http://epp.eurostat.ec.europa.eu


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A fine febbraio, EUROSTAT  ha pubblicato un aggiornamento (al 2011) dei dati relativi al PIL procapite  - espresso in termini di “potere d’acquisto” – nelle diverse regioni dei paesi dell’Unione europea (EU-28). 

Le aree geografiche caratterizzate da un PIL procapite  pari al 125% della media europea sono 41. Esse risultano, in buona parte,  ubicate nei seguenti paesi:

  • Germania, Olanda e Austria (5 regioni ciascuno);
  • Belgio, Italia e Regno Unito (3 regioni ciascuno);
  • Spagna e  Finlandia (2 regioni ciascuno);
  • Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Francia, Slovacchia, Svezia (1 regione ciascuno).

Una parziale classifica di tali regioni risulta essere - sempre secondo l’entità del PIL procapite – la seguente:

  • Inner London (Regno Unito):     321%
  • Grand Duchy of Luxembourg:    266%
  • Bruxelles (Belgio):                    222%
  • Hamburg (Germania):               202%
  • Bratislava (Slovacchia):             186%
  • Ile-de-France (Francia):             182%
  • Groningen (Olanda):                 182%
  • Stoccolma (Svezia):                 173%
  • Praga (Regno Unito):                171%

Per contro, sono numerose le aree europee caratterizzate da un PIL procapite inferiore al 75% della media: 15 regioni  in Polonia, nove in Grecia, 7 in Repubblica Ceca e in Romania, 6 in Ungheria, 5 in Bulgaria e in Italia, 4 in Portogallo e nel Regno Unito, 3 in Slovacchia, 2 in Spagna, Francia e Croazia, 1 in Slovenia.
In particolare, le otto regioni con reddito più basso sono tutte ubicate in Bulgaria e Romania (PIL tra il 29% e il 32% della media europea).

EUROSTAT sottolinea, tuttavia, come in alcune regioni il PIL procapite sia un dato profondamente influenzato dal fenomeno del “lavoro pendolare”: in tali regioni, il pendolarismo spinge infatti la produzione a livelli che sarebbero impossibili da raggiungere attraverso il lavoro della sola popolazione attiva residente in quell’area (il fenomeno opposto caratterizza, invece, le regioni di origine dei pendolari).