Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Solvency II, Investimenti

LE POSSIBILI SCELTE DI ASSET ALLOCATION DI UN'IMPRESA DANNI ALLA LUCE DI SOLVENCY II

Le possibili scelte di asset allocation

Alessandro DI LORENZO, Giammaria FAMIGLIETTI, Laura PERESSIN, Giorgio VALENTINUZ


INSURANCE TRADE
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Con i nuovi requisiti di capitale introdotti da Solvency II le imprese assicuratrici dovranno misurare e gestire, oltre ai rischi tecnici,  una serie di nuovi rischi (finanziari, di credito e operativi) secondo logiche di capital management.
Il rischio finanziario, che  - secondo il 5° studio di impatto quantitativo (QIS5),  condotto da EIOPA nel 2010 -  rappresenta  oltre il 55% del requisito complessivo,   può essere gestito in maniera attiva e mirata dalle imprese  attraverso una gestione accurata degli investimenti.
 
Partendo da un portafoglio "tipo" di una compagnia danni - ricostruito anche grazie a fonti pubbliche per completarne composizione e duration di attivo e passivo -, gli autori applicano un algoritmo di ottimizzazione secondo alcuni scenari obiettivo:
  • massimizzazione del rapporto (RORAC) tra rendimento del portafoglio investimenti e capitale a rischio (SCR);
     
  • massimizzazione del rendimento, secondo un prefissato livello di SCR;
     
  • minimizzazione del SCR, fissato un determinato rendimento minimo desiderato.
L'analisi  mostra come sia teoricamente possibile migliorare la performance degli investimenti o minimizzare l'assorbimento di capitale o, ancora, migliorare il RORAC utilizzando tecniche di ottimizzazione del portafoglio applicate all'asset allocation della compagnia, nel rispetto dei vincoli normativi attuali (Regolamento n.36/2011) e di ragionevoli limiti gestionali.
 
L'analisi comparata dei risultati ottenuti nei tre scenari evidenzia l'importanza della definizione di appropriati vincoli di asset allocation, ovvero i limiti di rischio, riconducibili al risk appetite della compagnia, nonché l'effetto delle correlazioni tra i diversi fattori di rischio finanziario.

L'asset allocation ottimale di ciascuno scenario è fortemente influenzata dai limiti operativi che le compagnie definiscono, sia con l'obiettivo di un'efficiente e  prudente gestione del capitale sia nel rispetto dei limiti di concentrazione e di rating imposti dalla normativa vigente.
I tre diversi scenari di ottimizzazione presentati - sottolineano gli autori - sono esemplificativi e possono rispondere a diverse logiche interne che la compagnia può adottare in funzione della propria risk strategy: ognuna di esse porta a un miglioramento delle performance in termini di rischio-rendimento e  della capacità di creare valore per l'azionista.

In futuro, è ragionevole attendersi una forte focalizzazione delle compagnie sul tema del capitale assorbito dal rischio finanziario e, conseguentemente, una più attenta e mirata gestione dell'asset allocation, alla ricerca di opportunità di investimento da cui trarre benefici di capitale e/o di rendimento.
Sotto questo aspetto - proseguono gli autori -  anche il mercato dei capitali dovrà essere preparato a soddisfare le possibili esigenze delle compagnie, proponendo strumenti e prodotti che -  oltre ad offrire rendimenti coerenti con le richieste del settore - pongano adeguata attenzione agli assorbimenti di capitale previsti da Solvency II.